La famosa dermatologa romana Pucci Romano ha appena pubblicato un libro che è una vera Bibbia per quanto riguarda la cura di viso, corpo e capelli. Noi lo abbiamo letto e, grazie al nostro fiuto da beauty editor, abbiamo scovato diverse verità molto interessanti…
Quante “bufale” girano nel mondo del beauty? Ancora parecchie. E in questo il tempo, nel senso di progresso, non aiuta. Se infatti il web (e ormai l’AI) ci permette di verificare rapidamente ogni cosa leggiamo in giro, i social remano contro quanto alla diffusione di fake news, anche nel settore della skincare. Mode sbagliate che si viralizzano, falsi miti che riprendono a circolare, tiktoker o influencer che si improvvisano esperte e ci convincono a sperimentare pericolosi intrugli fai-da-te…

Per fortuna poi arriva anche chi può dirci l’ultima parola, o quantomeno aiutarci a fare qualche distinguo. E’ il caso di Questioni di pelle (Sperling&Kupfer, 18,90 euro), il nuovo libro scritto dalla dottoressa Pucci Romano (foto sopra), specialista in dermatologia e venereologia, nonché presidente di Skineco, associazione scientifica di ecodermatologia. Oltre 200 pagine in cui non si trascura nulla: brufoli, acne, rughe, cellulite, smagliature, macchie, pelle maschile, unghie. Basti pensare che solo l’indice occupa quasi dieci pagine.
Un libro comunque dal linguaggio semplice, strutturato spesso a domanda & risposta, e soprattutto un libro che prende posizione, soprattutto su alcune questioni tuttora discusse o su cui non è facile trovare una risposta univoca. Ed è proprio di queste che vi vogliamo parlare, perché perfino noi che da anni ci occupiamo della materia abbiamo trovato la dottoressa davvero illuminante. Quindi, ecco che cosa il libro di Pucci Romano ci ha rivelato a proposito di alcuni eterni dubbi, e su alcune delle mode più diffuse del momento.
L’SPF va applicato tutti i giorni dell’anno?
Chi non l’ha sentito ripetere come un mantra negli ultimi anni? Ebbene, questo è il primo punto su cui Pucci Romano fa delle precisazioni importanti. E non solo perché in fondo è una moda in cui ci siamo lasciati influenzare molto dagli americani. «L’SPF non è così necessario e obbligatorio per tutti, specie nei mesi invernali» scrive Romano.
«Oggi disponiamo di cosmetici ricchi in principi attivi a forte azione antiossidante che svolgono anche un’azione fotoprotettiva nei confronti dei raggi UV e che in inverno vanno benissimo per la maggior parte delle persone». Le cose cambiano invece d’estate o sulla neve. «Qui la fotoprotezione è importante e va fatta per i periodi di massima esposizione, in base al proprio fototipo e indicata dal dermatologo».

Le lampade solari danneggiano la pelle?
Altro dilemma discusso, a cui ormai si sente rispondere da anni con un coro di no. Invece, anche qui, Pucci Romano nel suo libro pone delle distinzioni. «Come tutte le cose, dico no a un uso smodato delle lampade artificiali, ma sì a un utilizzo consapevole e per periodi limitati».
Insomma, qualche lettino all’anno, magari nei momenti in cui ci si comincia a scoprire in vista dell’estate o in inverno, prima di una vacanza ai Tropici, non sono poi peggio di mettersi al sole per quindici giorni di fila durante l’estate. «Ricordo comunque che durante l’esposizione alla lampada artificiale non vanno applicate creme di alcun genere, comprese quelle solari». Su questo Romano non dice perché, ma ci fidiamo.

Qual è il modo migliore per detergere il viso?
Premesso che per Pucci Romano la detersione è alla base della “piramide della skincare” di Skineco, e quindi è il passaggio più importante su cui si basa tutta la cura della pelle, la dottoressa promuove la doppia detersione. Ossia la pulizia del viso in due passaggi.
Il primo, per rimuovere il trucco e le impurità (quindi anche se non ti sei truccata). Utilizzando un dischetto di cotone (morbido, senza pelucchi, possibilmente certificato) imbevuto di latte detergente, acqua micellare o olio. Il secondo, con un sapone delicato con tensioattivi vegetali se hai la pelle giovane ma anche per quella matura. «Se fatta con i prodotti giusti e non aggressivi, la doppia detersione pulisce davvero a fondo e prepara la pelle a accogliere la crema da notte». A proposito, prima di struccarsi, lavarsi sempre le mani.
A che età è consigliato iniziare a usare una crema antirughe?
Altro argomento su cui il motto “prevenire è meglio che curare” ha spesso fatto solo danni. Utilizzare una crema antiage a 18 anni, o peggio quando ancora si è in età da brufoli e acne, non solo non serve, ma può perfino peggiorare il problema, innescando un pericoloso aumento della produzione sebacea.
Giù le mani quindi dalle creme della mamma, anche se di sicuro sono ottime e più costose delle vostre. «Anche se non esiste un’età precisa per cominciare a utilizzare un prodotto anti-rughe e molto dipende dal tipo di pelle» scrive Romano, «prima dei 30-35 anni non ha senso farlo».

Va bene usare sempre la stessa crema per lunghi periodi o dovremmo cambiarla?
«Se una crema soddisfa tutte le aspettative non ha senso cambiarla» esordisce la dottoressa. Che ammette tuttavia come la pelle sembri a volte assuefarsi a un prodotto, facendocelo percepire come meno efficace. In realtà, è una questione appunto di percezione.
E Pucci Romano nel suo libro mette invece in guardia dalla cosiddetta “bulimia cosmetica”, per cui affolliamo la pelle di prodotti che contengono una marea di molecole diverse, che possono causare fenomeni di sensibilizzazione cutanea. Ciò che invece Romano invita a fare è di avere «due tipi diversi di skincare, da alternare a seconda della stagione: cosmetici più leggeri nei mesi estivi, in gel, sieri o mousse che non interferiscono con il sudore. E prodotti più ricchi e corposi per i mesi invernali».
Più crema uguale più efficacia?
Assolutamente no! «Non è la quantità ad assicurare l’azione di un cosmetico, ma il tipo di prodotto e di pelle». In pratica, ognuno trova la dose migliore per sé. Anche se, consiglia la dottoressa, d’estate, con il caldo e il sudore, l’idratazione può essere assicurata con una minore quantità di prodotto». Attenzione però alle creme che si assorbono rapidamente: «Hanno spesso formule piene di siliconi, che le rendono più spalmabili, ma che non sono ecodermocompatibili».
Massaggiatori e vari attrezzi anti rughe da passare sul viso servono a qualcosa?
Partendo dal presupposto che sono una moda innescata dai social, la dottoressa ammette che «tendono a distendere i numerosi muscoli del viso (ben 37!) e a riattivare la circolazione, e se non si hanno grandi aspettative e non ci si illude, hanno la loro gradevolezza». Insomma, fanno piacere ma non miracoli. Occhio poi se avete pelle reattiva o couperose, perché potrebbero creare traumi.

La Face gym è utile per prevenire i segni del tempo?
«La questione è controversa» ammette la dottoressa. Da un lato, muovere il viso contribuisce alla formazione delle rughe, dall’altro però attivare i muscoli, come nel fitness, aumenta l’ossigenazione e quindi favorisce l’apporto nutritivo e antiossidante al derma. Ergo, la conclusione: «Se dolce e ben strutturata (da personale qualificato), non crea danni, ma sinceramente non credo che possa realizzare miracoli». Ci siamo capite?
Collagene per bocca: funziona davvero?
Altra moda che imperversa sui social. E alzi la mano chi su Instagram non si è vista apparire negli ultimi mesi pubblicità che propongono l’ennesimo integratore miracoloso a base di collagene. «Con gli anni la produzione di collagene diminuisce, e se la carenza è importante è possibile integrarlo con la supplementazione» sostiene Romano. Ad alcune condizioni. Ossia che sia fatta sotto la supervisione del medico. E scegliendo integratori con brevetti particolari, tali da far loro superare la barriera gastrica. Per esempio, quelli assorbibili attraverso la mucosa della lingua. E ricordiamoci che l’efficacia è maggiore se assunti assieme alla vitamina C.

Occhio agli shampoo solidi…
Sull’onda dell’ecosostenibilità gli shampoo solidi hanno fatto un vero boom. Tuttavia nel suo libro la dottoressa Pucci Romano esprime qualche perplessità. «A fronte di un imballaggio eco spesso sono pieni di allergeni (profumi) e non condizionano bene i capelli, quindi non hanno districabilità e pettinabilità ottimali». In pratica, usi meno shampoo ma poi ti tocca abbondare con il balsamo (in bottiglia o nel tubo). «In verità per ridurre l’impatto ambientale» suggerisce, «basta fare lavaggi veloci con lo shampoo diluito e a basso contenuto di tensioattivi e chiudere il rubinetto mentre ci insaponiamo: questa sì che è una scelta davvero ecosostenibile».