Siero, crema e maschera senza profumo sono le basi per una skincare fragrance-free. Obiettivo: evitare arrossamenti, irritazioni e razioni allergiche della pelle.
Keep it simple. Nella moda, così come nella cosmesi, ridurre all’essenziale è sempre più di tendenza. Una questione non solo di eleganza ma anche di benessere. Così, se lo skinimalism guida le nostre scelte beauty già da un po’ di tempo, e sulla mensola del bagno i prodotti sono pochi ma super efficaci, adesso è il momento di portare al next level il mantra “meno è meglio”.

Se infatti da un lato ci sono prodotti con formule che puntano a un effetto aromaterapico, dall’altra parte ci sono creme, sieri, maschere e fondotinta che hanno scelto di essere senza profumo. È il trend del fragrance-free. Un hashtag che su TikTok conta oltre 30 milioni di visualizzazioni e che sui social (e tra i dermatologi) ha tantissimi fan. Tra questi c’è il beauty influencer americano Hyram Yarbro che, nei suoi video, si è apertamente schierato contro i cosmetici con alcol e fragranze.
Ma qual è il problema con il profumo nei cosmetici?
«Dopo il nichel, il profumo è l’allergene che crea più problemi all’epidermide. Da un punto di vista chimico, gli apteni, ossia le molecole che compongono la fragranza, sono percepiti dal nostro corpo come sostanze estranee e non gradite. Il che innesca una risposta immunitaria che può causare prurito, rossore e rush cutanei» spiega la dermatologa Corinna Rigoni.
Ecco perché il profumo nei cosmetici rappresenta un problema da tenere in considerazione. Soprattutto per chi ha la pelle molto sensibile, secca, a tendenza atopica o allergica. «In Europa circa l’1,5% della popolazione soffre di dermatite da profumo, una reazione allergica da contatto provocata sia dalle fragranze contenute nei prodotti di skincare che nei profumi veri e propri» dice la dermatologa.

Insomma, non c’è dubbio: sebbene non tutti abbiano problemi con i cosmetici che contengono fragranze, come regola generale è meglio preferire creme che siano poco o per niente profumate. «Attenzione anche agli shampoo. Anche se restano a contatto con la cute poco tempo, quelli molto profumati possono provocare un forte prurito alla testa anche dopo la doccia» continua Rigoni.
E nemmeno ricorrere a prodotti clean, green o bio risolve la questione.
Questo perché la pelle riconosce come nemici non solo i profumi sintetici, ma anche quelli vegetali. Come gli oli essenziali, che possono scatenare forti allergie. «Quello di argan, ad esempio, è tra i meno tollerati. Spesso si pensa che quando una sostanza è naturale allora sia innocua, ma non è così» spiega la dermatologa.
In caso ci si trovi alle prese con un’irritazione, magari dopo aver cominciato a usare un nuovo prodotto beauty, la prima cosa da fare è sospenderne l’applicazione. «Quando la pelle si è rimarginata e il rossore svanito, ci si può sottoporre al patch test SIDAPA. Il medico applica sulla schiena del paziente dei piccoli cerotti con le sostanze che più spesso provocano allergia. Tra queste ci sono anche molti apteni che si trovano nei profumi e nei cosmetici. Per esempio, la citronella, il geraniolo, il balsamo del perù, i derivati del muschio, il sandalo e l’eugenolo» prosegue l’esperta.

La miglior autodifesa: sapere leggere l’INCI
A conti fatti, la cosa più sicura da fare, per evitare che un cosmetico possa trasformarsi in una reazione allergica, è sceglierne uno che sia fragrance-free. Facile a dirsi, ma non a farsi. Per essere certi che una crema o un qualsiasi altro cosmetico sia senza profumo, la prima cosa da fare è leggere con attenzione l’INCI. Non sempre, però, è facile capire quali siano le molecole profumate. A volte si trova semplicemente indicato “profumo” o “fragranza”. Altre, invece, in etichetta non è indicato niente perché, sotto certe quantità, i formulatori non sono tenuti a riportare i singoli ingredienti.
«Bisogna anche verificare che nell’INCI non compaiano oli. E nemmeno ingredienti ricavati da frutti e da vegetali. Per essere ancora più sicuri che quel prodotto sia effettivamente privo di profumo, la cosa migliore da fare, soprattutto per chi già sa di soffrire di dermatite da contatto, è chiedere aiuto nella lettura dell’INCI al medico o al farmacista. E poi, una volta a casa, provare prima il prodotto in una piccola parte del corpo per essere certi che non provochi reazioni allergiche» continua Rigoni.
Continuando a ripeterci la regola base: meno ingredienti contiene un cosmetico, meno sono le possibilità di reazione allergica. Insomma, più l’INCI è corto, meglio è.