Parola d’ordine: stratificare. E’ questo il segreto del metodo che sta diventando ormai il modo più virale di applicare il retinolo. Mi riferisco al cosiddetto Retinol Sandwich (il “sandwich” al retinolo), tecnica che sembrerebbe mantenere tutti gli effetti utili di questo tostissimo attivo, contenendone allo stesso tempo gli effetti collaterali meno piacevoli. Come pelle arrossata, irritata, che si esfolia pesantemente. E che quindi lo renderebbe più “accessibile” anche alle pelli più delicate e sensibili.
Tanto per ricapitolare…
Il retinolo è uno degli attivi considerati tra i migliori e più efficaci antiage a disposizione della cosmetica moderna. Tecnicamente, si tratta di un derivato della vitamina A che viene aggiunto a creme e sieri per stimolare il turn over cellulare. In poche parole, accelerare l’esfoliazione. Così facendo i benefici sono evidenti, sia per chi soffre di pelle spessa e impura, in quanto libera i pori dal sebo e li rende meno visibili, diminuendo quindi anche le cause dei brufoli. E sia per chi cerca un effetto antiage, in quanto il retinolo stimola la produzione di collagene, grazie a quel meccanismo naturale della nostra pelle che, cercando di ripararsi, si rigenera.

Tutto questo ha senza dubbio il risultato di regalare una pelle più liscia, bella e luminosa. Ma non lo fa… Subito. Le prime settimane di utilizzo del retinolo implicano una fase iniziale poco “confortevole” in cui la pelle si irrita, si spella, si arrossa. Insomma, è ben lontana dall’essere quella sontuosa superficie di velluto a cui ambisce chi inizia a usare questo prodigioso ingrediente.
Ecco quindi come si è arrivati alla tecnica del sandwich al retinolo.
In pratica consiste nell’applicare il prodotto al retinolo tra due strati di crema idratante. Questi due strati farebbero, in un certo senso, da “filtro” alle molecole di retinolo, ammorbidendone l’azione con il loro potere idratante. La tecnica del sandwich al retinolo quindi può ridurre al minimo gli effetti collaterali del retinolo, creando una barriera protettiva tra il prodotto e la pelle.
Inoltre il primo strato di crema idratante non solo fornisce idratazione, ma aiuta anche a limitare la quantità di retinolo che viene assorbita dalla pelle, il che a sua volta protegge la barriera cutanea. Fondamentalmente, è un modo per far assorbire un po’ meno prodotto in modo che la tua epidermide abbia la possibilità di adattarsi.

Semplice, insomma. Tutto quello che bisogna fare è pulire il viso, applicare il solito prodotto idratante, poi passare a quello a base di retinolo e quindi rimettere l’idratante.
Ma quali sono i prodotti migliori per farlo o ne esistono di meno indicati?
Beh, la domanda bisogna porsela. Perché gli esperti consigliano, innanzitutto, di utilizzare idratanti che abbiano una formulazione più semplice e clean possibile. Questo per evitare che eventuali altri attivi entrino in conflitto con il retinolo. O ne limitino troppo l’assorbimento, come per esempio i siliconi (tipo il dimeticone). Meglio ancora poi se l’idratante è privo di profumazioni, che sono potenzialmente irritanti o allergizzanti.
Come primo strato, quindi, è bene puntare per esempio su qualcosa di basic come la Hydrating Lotion di Ceravé (foto 1, 10,27 euro) o la crema da giorno Evercalm di REN (foto 2, 43,90 euro), che non contiene siliconi o parabeni ed è già di suo pensata per un effetto calmante.
Oppure si può puntare su questa combo di Paula’s Choice, tra la Earth Sourced Night Cream (foto 3, 36 euro), dalla formula leggera, a base di ingredienti naturali e senza profumi abbinata a Clinical Treatment con retinolo all’1%, sempre di Paula’s Choice (foto 4, 66 euro). La concentrazione è alta, ma considerato che si applica a sandwich può essere tollerata anche da chi è agli inizi del trattamento.
Per il terzo strato punta poi su qualcosa di più “sigillante”
Il concetto è un po’ simile a quello del top coat per le unghie, anche se qui lo scopo è diverso. Come terzo strato infatti è bene puntare non sullo stesso idratante del primo, ma sceglierne uno dalla formula più ricca e nutriente. Questo servirebbe sia a far evaporare meno velocemente gli attivi sia ad aiutare la pelle a ricostruire più velocemente la sua barriera protettiva. Un prodotto per esempio come la crema Toleriane Sensitive Riche di La Roche Posay (foto 5, 15,29 euro), super lenitiva e ottima per calmare e ripristinare la barriera cutanea grazie all’acqua termale e al burro di karité.

Ultimo dubbio: non è che alla fine così il retinolo diventa meno efficace?
In effetti, un po’ sì. Però questo, è anche lo scopo della tecnica. Soprattutto per chi si trova a introdurre per la prima volta il retinolo nella sua beauty routine. E quindi ha bisogno di lasciare alla pelle il tempo di abituarsi. Non a caso, alcuni medici suggeriscono di utilizzare la tecnica del sandwich al retinolo “per gradi” o magari agli inizi. Per esempio, si può partire da tre strati per tre volte alla settimana salendo fino a tre strati tutti i giorni. E poi iniziare a scendere a due strati, di nuovo per tre volte alla settimana fino a risalire a due strati ogni giorno.
Il tutto poi dipende anche dalla concentrazione di retinolo del prodotto che si decide di utilizzare. E se si ha la pelle più sottile e delicata, meglio partire con prodotti soft come per esempio il siero di First Aid Beauty Skin Lab che ha una concentrazione di retinolo allo 0,25% (foto 6, 59,45 euro), o anche un olio come il famoso siero-olio blu Luna di Sunday Riley (foto 7, 98 euro), che contiene esteri di retinolo, che sono dei suoi derivati meno aggressivi.
In ogni caso, come sempre, la raccomandazione è osservare le reazioni della propria pelle e regolarsi di conseguenza.