Il beauty che va sotto il nome di vinoterapia sfrutta gli attivi antiage dell’uva. Così si recuperano i prodotti di scarto della vinificazione per aiutare la pelle a combattere l’invecchiamento. Con un occhio di riguardo per il Pianeta.
Cos’hanno in comune le Langhe, il Chianti, la Franciacorta, la Provenza e la zona di Bordeaux in Francia? Ma certo! Sono tutti posti dove si produce vino. Ma non solo. Oltre a un buon bicchiere di rosso, nelle cantine di questi chateaux, domaine e tenute si nasconde un altro tesoro. Qualcosa di altrettanto prezioso del vino racchiuso nelle botti.

La scintilla della vinoterapia si accende a Bordeaux
Tutto è cominciato nell’autunno del 1993. Durante la vendemmia, Joseph Vercauteren, professore alla Facoltà di Farmacia di Bordeaux, va a visitare lo Château Smith Haute Lafitte. Lì incontra due giovani vignaioli, Mathilde e Bernard Thomas, e gli dice: «Sapete che state buttando via dei tesori?». Il prof si riferisce ai semi dell’uva, scarti della lavorazione del vino, che però in cosmesi assumono tutt’altro valore: ricchissimi di antiossidanti, sono un vero e proprio elisir di bellezza per la pelle. Mathilde e Bernard prendono la palla al balzo e, due anni dopo quest’incontro, nascono i primi tre prodotti a base di polifenoli di vinaccioli d’uva. E un nuovo marchio tutto basato sulla vinoterapia: Caudalie.
A quasi trent’anni di distanza, tra i best seller della marca francese c’è Sérum Éclat Anti-taches Vinoperfect (47 euro, foto 1). Nato nel 2005, questo siero anti-macchia contiene, oltre all’estratto dei semi d’uva, la Viniferina. Infatti, mentre i vinaccioli sono perfetti per proteggere la pelle dal meccanismo dell’ossidazione provocata dal sole, dallo stress e dall’inquinamento, la linfa della vite da cui deriva l’attivo della Viniferina ha un altro potere: sa regolare il processo di pigmentazione e limita la sovrapproduzione di melanina.
Se la storia di Caudalie è emblematica, nel corso degli anni molti altri produttori hanno seguito la strada della vinoterapia percorsa dai due vignaioli di Bordeaux. In Francia, ma anche in Italia, territori famosi per la produzione del vino sono nati nuovi marchi con una cosa in comune: sfruttare e rigenerare gli scarti della lavorazione dell’uva per creare prodotti beauty dalla funzione antiage. Unendo quindi la scienza con una filosofia di ecosostenbilità.
Perle dalle Langhe
Nel cuore delle Langhe, ad esempio, Barò Cosmetics trasforma i semi d’uva biologica coltivata a Barolo in prodotti beauty. Ogni anno quest’azienda recupera mille kg di vinacce, una vera e propria miniera d’oro destinata alla smaltimento. Si calcola infatti che, dopo il processo di pigiatura e di torchiatura, i semi e le bucce conservano ancora l’80% dei proprio polifenoli antiage.
Per garantire la massima efficacia ed essere poi usati nei prodotti cosmetici, come ad esempio nel siero illuminante in perle Wine Pearls Antipollution (76 euro, foto 2), i vinaccioli vengono lavorati con l’innovativa tecnica della Bioliquefazione Molecolare. Brevettata presso l’Università di Bologna, è un procedimento basato sull’uso di enzimi naturali che permette di ottenere il 100% dei fitocomplessi vegetali in una forma attiva e biodisponibile. Per prendere tutto ciò che di buono l’uva può offrire.
L’uva rossa della Toscana…
Un po’ più a sud, nella Tenuta Missiroli in Val D’Orcia, Bottega Verde coltiva e lavora l’uva rossa. Da questo ingrediente, attraverso il sofisticato processo dell’iperfermentazione che combina bioliquefazione e fermentazione e che ha il vantaggio di potenziare gli attivi dell’uva, deriva un’intera linea beauty.
Non solo creme e sieri. Tra i prodotti che sfruttano l’uva iperfermentata c’è anche Uva Preziosa Bagnodoccia (10 euro, foto 3), un docciaschiuma vellutante adatto a tutte le pelli che porta sotto la doccia le proprietà anti-age di questo prezioso frutto.
… e della Franciacorta
È ancora l’uva rossa a essere protagonista nei prodotti di vinoterapia di Penelope Skin. Formulati a partire dagli scarti della vinificazione in Franciacorta, questi cosmetici sfruttano le proprietà antiage dei polifenoli che rallentano l’invecchiamento della pelle. E lo fanno con un’attenzione particolare alla sostenibilità.
Oltre a recuperare materiali di scarto, infatti, anche i pack sono realizzati in materiali facilmente riciclabili. Come quello di Grape Cream (45 euro, foto 4), una crema viso ricca di fitocomplessi di bucce d’uva rossa e di acido ialuronico a tre pesi molecolari, il cui tubetto è realizzato in alluminio.
Un po’ di barolo nella crema
Se gli scarti dell’uva sono preziosissimi alleati della vinoterapia, anche il vino può avere delle qualità benefiche. A inizio Ottocento, tra gli scienziati ad accorgersi degli effetti positivi del vino rosso sulla salute dei suoi pazienti, c’era anche il medico condotto di Monforte d’Alba, paesino delle Langhe piemontesi. In particolare, questo giovane dottore si accorge che il Barolo, prodotto locale, è molto ricco di resveratrolo, un polifenolo con proprietà antiossidanti che è in grado di rallentare il processo d’invecchiamento. Da quel momento comincia a prescriverlo, senza eccessi, ai suoi pazienti.
Dopo due secoli sono i suoi pronipoti a raccoglierne l’eredità, questa volta usando il barolo in ambito beauty. Nasce da questa storia Stafilé, azienda cosmetica con sede proprio a Monforte d’Alba, che produce cosmetici al barolo. Tra questi c’è Life&Lift Anti-Age Corpo (48 euro, foto 5), una crema corpo a base di vino barolo e burro di karité che rende la pelle morbida e rassoda gambe, glutei, pancia e seno.
Anche le star fanno vinoterapia
A dare vita all’ultimissima novità in campo del wine beauty è stato poi Brad Pitt. L’attore americano ha infatti pensato di sfruttare gli scarti della vinificazione della sua proprietà in Provenza, Château Miraval, per realizzare una linea di cosmetici genderless che si chiama Le Dômaine.
Al suo fianco un team di esperti: Marc Perrin, vignaiolo erede della famiglia che da decenni produce il proprio vino con l’uva di questa vigna. Poi Nicolas Lévy, medico che a Marsiglia studia come invecchia la pelle. E infine Pierre-Louis Teissedre, esperto di viticultura e salute. A quest’ultimo spetta il merito di aver sviluppato il GSM10, un ingrediente attivo brevettato, estratto dalle vinacce in modo delicato ed eco-compatibile.
Il risultato è una mini linea di quattro prodotti a base di vinaccioli d’uva. Tra questi c’è il detergente The Cleansing Emulsion (70 euro, foto 6) la cui formula priva di solfati, ricca invece di GSM10 e di acqua d’uva, si trasforma in delicata mousse sulla pelle del viso. Così da togliere ogni residuo di sporco e infondere insieme una vera e propria cura antiage.