Quanto ne sai del microblading? Nato una decina di anni fa è la tecnica più all’avanguardia per avere le sopracciglia come le hai sempre sognate. Ma anche la più discussa, chiacchierata e, fin ora, meno conosciuta.
Tra convinzioni, certezze errate e falsi miti, la tecnica sempre più usata per ridisegnare le sopracciglia svela tutti i suoi segreti grazie a Il microblading sopraccigliare (ed. Lswr), il nuovo libro del make up artist Rossano De Cesaris (foto 1). Così, se pare che celeb e influencer non ne possano più fare a meno per sopracciglia al top, ecco tutto quello che c’è da sapere prima di prendere appuntamento in istituto.
1. Il microblading è come un tatuaggio.
Falso. Il microblading è un tipo di make up permanente (PMU). La differenza? La più importante è che il microblading ha una durata limitata nel tempo. Mediamente il colore resta nella pelle per 12 o al massimo 18 mesi, poi viene riassorbito dall’organismo.
2. Più si è giovani, meno dura il microblading.
Vero. Tra i fattori che determinano la durata del microblading c’è anche quello dell’età. «Tra i 18 e i 30 anni la cute si rinnova più velocemente, per questo il microblading dura di meno» sostiene De Cesaris.
3. Se hai la pelle grassa non puoi fare il microblading.
Ni. La pelle grassa spesso è associata a una grana irregolare, pori dilatati, tante ghiandole sebacee e uno spessore maggiore rispetto al normale. «In questa condizione la pelle si comporta come se fosse una spugna, il che porta il colore a espandersi sia verso sinistra che verso destra» spiega l’esperto.
In altre parole, non è vero che chi ha la pelle grassa deve rinunciare al microblading. Piuttosto significa che deve scegliere la tecnica giusta per il suo tipo di pelle. Se infatti il metodo “pelo a pelo” risulterebbe sfuocato e durerebbe poco, molto meglio in questo caso l’effetto sfumatura.
4. Non tutti possono fare il microblading.
È così: il microblading è off limits per chi è in gravidanza o allattamento ma anche per chi ha la pelle irritata, scottata, ulcerata, gonfia o interessata da acne. Meglio aspettare 15 giorni se si è fatto il botox al viso e almeno 6 mesi dopo un intervento di blefaropastica. «Anche se hai il raffreddore, è preferibile rimandare il microblading a quando sei guarita. In caso infine di patologie come il diabete, l’emofilia, l’anemia mediterranea o se stai facendo la chemioterapia, prima di fare il microblading meglio chiedere il parere del medico» scrive l’esperto.
5. Il microblading fa uscire sangue.
Vero. Anzi: se esce un po’ di sangue significa che l’operatore sta lavorando nel modo più corretto. «Il colore va inserito a una profondità tra gli 1,5 e i 2,5 mm in base allo spessore della pelle della persona, provocando un minimo traumatismo (ma niente paura delle cicatrici!). Al contrario, se il sanguinamento è più copioso, potrebbe voler dire che gli aghi hanno raggiunto il derma profondo, dove i vasi sanguigni sono più grandi. In questo caso il colore viene rigettato verso l’esterno, e il risultato finale rimane inficiato» dice l’esperto.
6. Effetto pelo a pelo, sfumato o misto? Di microblading non ce n’è uno solo.
Esistono varie tecniche di ricreare il disegno della sopracciglia, che sono anche molto diverse fra loro. La più nota è quella che disegna le sopracciglia un pelo alla volta. Ha una effetto molto naturale ma non è adatta a tutti. Ad esempio, se hai i pori dilatati, meglio optare per l’effetto sfumatura o microshading. «L’effetto finale è più sofisticato con la parte inferiore del sopracciglio più intenso e saturo di colore, mentre quella lungo il perimetro superiore e vicino al naso è più rarefatta e “nebulizzata”. Un effetto aerografato che, con la tecnica mista, può essere combinato a quello “pelo a pelo”» scrive il make up artist.
7. Stile europeo, asiatico e misto.
In caso tu decida per la tecnica “pelo a pelo”, c’è da scegliere tra stile europeo, con i peli disegnati dal basso verso l’alto. Oppure lo stile asiatico, con la prima parte del sopracciglio ascendente e la seconda verso il basso. Oppure un effetto misto, con i peli disegnati dal basso nella parte inferiore del sopracciglio e dall’alto nel perimetro superiore.
8. Fare il microblading è molto doloroso.
Beh, dipende dalla soglia di sopportazione di ognuno. Ma anche da alcuni fattori che possono variare. «Ad esempio, durante i giorni di ciclo mestruale o dopo una convalescenza si sente più male perché i farmaci tendono a sensibilizzare i tessuti cutanei. Meglio quindi rimandare l’appuntamento per il microblading. In ogni caso prima della seduta viene applicata nella zona dell’arcata sopracigliare un prodotto desensibilizzante, di solito una crema a base di lidocaina e tetracaina, per lenire il fastidio e l’eventuale sofferenza» spiega De Cesaris.
Esiste infine una tecnica che si chiama Softap e che promette di ridurre ulteriormente il dolore. «La particolarità sta nel tipo di aghi usati che, tra le altre, hanno la particolarità di avere un’angolazione di 45°. Un trucco per avere più delicatezza sul viso nonché una maggiore precisione del disegno e tempi di guarigione più veloci» continua l’esperto.
9. Prima della seduta di microblading bisogna fare una “dieta” beauty
Sì, è così. Per arrivare preparati al microblading devi aver messo da parte i prodotti beauty che contengono retinolo, così come l’alcol da almeno due giorni. Niente vitamina E, aspirina, antinfiammatori né ibuprofene nei 5 giorni prima del trattamento. Zero antibiotici nei 15 giorni precedenti, così come devi lasciare passare due settimane se hai fatto il botox o un peeling chimico.
10. All’inizio il colore è più scuro.
Hai fatto la prima seduta di microblading e hai le sopracciglia più scure del previsto? Niente paura: è del tutto normale. «Durante i primi tre giorni successivi al trattamento si verifica, a causa del contatto con la luce e l’ossigeno, un processo di ossidazione che rende l’inchiostro più scuro di quanto realmente è. Una modifica chimica temporanea che svanisce in breve» spiega De Cesaris.
Inoltre il disegno appare più scuro in quanto lo strato superficiale dell’epidermide non si è ancora riformato. Perché la ferita si rimargini perfettamente e il colore appaia meno forte ci vogliono circa 4 o 5 giorni.
11. Dopo circa un mese il colore sbiadisce.
Vero. Il responsabile è il turnover cellulare che, nel corso del mese successivo alla prima seduta di microblading, fa perdere al colore il 40% circa dell’intensità iniziale. Così il trucco permanente appare molto più chiaro che all’inizio.
12. Per il microblading basta una sola seduta.
Non è così. Per avere un risultato ottimale, circa 45 giorni dopo la prima seduta, va programmato il cosiddetto refill. È questo il momento per ribattere ogni singolo pelo per renderlo più visibile e per settare al meglio il colore, scaldandolo se risulta troppo grigiastro o raffreddandolo se vira al rosso.
Ogni 6-12 mesi devi poi tornare in istituto a fare un ritocco. Esattamente come torni dal parrucchiere, una volta all’anno va programmato un appuntamento per aggiornare eventualmente sia la forma del sopracciglio che il colore.