A volte centra l’età, altre invece è solo una questione di geni. Certo, la gravidanza non aiuta, così come può essere un problema se si va a cavallo, oppure facendo atletica. Quello che è certo è che i motivi che spingono una donna a richiedere un intervento di labioplastica sono i più vari.
«Il più delle volte però si tratta di una questione puramente estetica. Le pazienti considerano la propria vulva non adeguata agli standard, magari perché le piccole labbra, ossia la parte interna, sono più grandi rispetto a quelle esterne. E la considerano un’anomalia rispetto a quello che loro pensano sia la normalità» spiega André Salval, medico chirurgo dell’Istituto Estetico Italiano. Il che può generare un disagio psicologico che ha conseguenze sull’autostima, e soprattutto sulla vita sessuale.
Insomma, la vulva è un po’ come il naso. Per natura può essere grande, storta, asimmetrica e un po’ sporgente. E così, come avviene per i profili non propriamente greci, o se ne accetta l’unicità, oppure si mette mano al bisturi.
Una tendenza, questa della chirurgia intima, che è in grande aumento. «Sono sempre più le donne che richiedono interventi alla zona genitale. La maggior parte ha tra i 20 e i 30 anni. Molte non hanno ancora avuto figli, altre invece si approcciano alla labioplastica dopo una gravidanza che, per via degli ormoni, può avere effetti sulla forma della vulva» spiega Salval.
A chi richiede questo intervento per ragioni estetiche si aggiunge poi una piccola parte di pazienti che lo fanno per questioni funzionali. «In particolare si tratta di donne che hanno problemi di irritazioni alla zona intima. Provocate spesso da piccole labbra sporgenti che sfregano quando si praticano certi tipi di sport, come l’equitazione o il ciclismo» continua il chirurgo plastico.
Ma in cosa consiste esattamente un intervento di labioblastica?
«Quello che si fa è rimodellare l’estetica della vulva. Si interviene riducendo il volume delle piccole labbra riportandole all’interno delle grandi labbra. Spesso si opera in modo simmetrico. Ma può esserci anche una situazione di monolateralità, dove il volume in eccesso interessa solo un lato. In questi casi però, prima dell’intervento chirurgico, è bene che la paziente si sottoponga a esami preventivi per accertare che dietro all’aspetto estetico non si nasconda una patologia, ad esempio del sistema linfatico» prosegue Salval.
In altre parole, con l’aiuto di un bisturi, si taglia l’eccesso di mucosa. La parte che viene asportata rappresenta il bordo libero delle piccole labbra, che è anche quello più pigmentato. Ecco perché, sebbene la labioplastica non sia una procedura di sbiancamento dei tessuti, tra i suoi effetti c’é anche quello di rendere la vulva più chiara.
«La procedura in sé dura circa un’ora e si fa in day hospital con anestesia locale» dice l’esperto di IEI. Usciti dallo studio medico si può già camminare e sedersi. Ma, per un recupero completo, vanno fatte passare un paio di settimane. Idem per riprendere a fare sport. Meglio invece aspettare un mese prima di rimettere jeans e pantaloni stretti così come per ricominciare ad avere rapporti sessuali completi.
«La zona della vulva guarisce in fretta e molto bene. Per accelerare la cicatrizzazione chiedo alla paziente di applicare un gel al silicone. Così, a distanza di un anno, la cicatrice è già praticamente invisibile» continua Salval. Non resta che ragionare sul costo che, per la labioplastica, «si aggira tra i 2 e i 3 mila euro» conclude il medico.