Sale nello shampoo? No grazie. Ecco perché, soprattutto se hai i capelli crespi e la cute secca, dovresti imparare a leggere l’INCI. Ed evitare i “cattivi” della detersione: come sodium, SLS e SLES.
Il sale è uno di quelle sostanze che, basta leggere la lista degli ingredienti, si nasconde un po’ ovunque. Tanto ovunque che lo trovi anche nei cosmetici. E, in particolare, in quelli che servono per lavarti. Lo sapevi ad esempio che uno dei prodotti beauty più “salati” è lo shampoo? Non è infatti un caso che, leggendo l’INCI, è molto probabile scoprire una lista più o meno lunga di sostanze che hanno nel proprio nome il termine “sodium”. E se ti ritrovi ad aver a che fare con dei capelli costantemente crespi e ribelli nonostante i chili di balsamo, il problema potrebbe risiedere proprio lì: nel sale che si nasconde nello shampoo.
In realtà, però c’è sale e sale o, meglio, sodium e sodium. Non fare di tutto il sale un fascio è infatti fondamentale. Altrimenti come la mettiamo con il sale del mare che crea quelle meravigliose beach waves e che ci vaporizziamo sulla chioma anche lontano dalle spiagge? Oppure con quello che trovi nello scrub per detossinare la cute e permette una crescita più sana dei capelli?
Nello shampoo c’è sale e sale.
Intanto c’è da sapere che il sale da cucina, che poi è lo stesso che trovi nell’acqua del mare, si chiama cloruro di sodio. E che, nell’INCI dei cosmetici, lo trovi sotto il nome di Sodium Chloride. Lui sì, è uno dei cattivi. Ma non è il “più” cattivo. Un po’ perché può essere usato “sotto controllo” in prodotti ad hoc, che sfruttano le sue qualità migliori. Un po’ perché i sali veramente cattivi sono altri due. E si chiamano SLS (Sodium Lauryl Sulfate) e SLES (Sodium Laureth Sulfate).
Entrambi sono dei tensioattivi. E vengono usati perché fanno una schiuma bellissima, abbondante e bianca. Il che non è di per sé un male (c’è chi dice siano cancerogeni, ma di questo non c’è alcuna prova scientifica al momento). Il problema semmai è che sono dei tipi… Decisi. In altre parole, lavano via lo sporco ma anche tutte quelle sostanze che produce naturalmente la nostra cute e che invece sono benefiche per i capelli. Se poi ti lavi i capelli tutti i giorni e non lesini sulla quantità di shampoo, beh, forse non stai facendo un favore alla tua chioma. Che seccandosi progressivamente, finisce con l’indebolirsi, lo sfibrarsi e spezzarsi sulle lunghezze.
Meglio lo shampoo… Sciocco!
Urge quindi pensare a una soluzione alternativa per lavarci i capelli. Dire no allo shampoo? Non se ne parla. Piuttosto meglio sceglierne uno che rinunci a SLS e SLES in favore di tensioattivi meno aggressivi.
Tipo? Tipo i tensioattivi non ionici, come il Coco-glucoside e altri grassi vegetali derivati dal cocco e dallo zucchero. Oppure l’Ammonium Lauryl Solfato, un tensioattivo molto più delicato di SLS e SLES.
Altre sostanze, invece, come le betaine, puntano a rendere SLS e SLES meno irritanti. Per questo, insieme al Sodium Lauryl Sulfate e al Sodium Laureth Sulfate, nell’INCI puoi trovare il Cocamidopropyl Betaine e il Coco-betaine. Entrambe sono ottenute dall’olio di cocco e dalla betaina, un aminoacido che si trova nella barbabietola da zucchero.
Gli shampoo sale-free liquidi
Tra gli shampoo che affidano il loro potere lavante ai derivati del cocco c’è Be Gentle, Be Kind Matcha + Apple di Briogeo (30,90 euro, foto 1) che non contiene solfati (quindi niente SLS né SLES). Oltre a essere super delicato è anche amico dei capelli spenti e secchi perché contiene acidi grassi, vitamine e minerali della frutta per idratare capelli e cuoio capelluto.
Punta a nutrire il cuoio capelluto e ad aumentare il volume della chioma Grow Volume Shampoo di Madara (21,89 euro, foto 2). Tra i suoi ingredienti: i funghi gallinacci, ricchi di vitamina B, la caffeina per stimolare la crescita dei capelli e lo zinco, antibatterico e seboregolatore.
Chi l’ha detto poi che per pulire bene la cute grassa ci vuole un prodotto aggressivo? Niente di più sbagliato. Proprio come la pelle soggetta a imperfezioni, più tenti di sgrassare la cute, più si sporca. Soluzione? Anche in questo caso uno shampoo che non contenga solfati come Faith in Nature Tea Tree Shampoo (10,87 euro, foto 3) che pulisce i capelli grassi senza peggiorare il problema.
E quelli solidi
Sfatiamo poi una leggenda metropolitana: anche se è vero che gli shampoo solidi hanno un INCI più corto, non vuol per forza dire che nessuno contenga dei solfati. Scegliendo un prodotto solido, quindi, verificate l’INCI oppure puntate su uno dichiaratamente SLS e SELS-free. Come per esempio lo Shampoing Solide à la Mangue di Klorane (10,90 euro, foto 4) che, studiato apposta per non seccare cute e capelli tendenzialmente secchi, li rende morbidi e pettinabili.
Che dire no ai solfati non significhi per forza rinunciare alla schiuma lo dimostra Rêve de Miel Shampooing Solide Douceur di Nuxe (9,90 euro, foto 5). Con olio e miele, oltre a non seccare i capelli, fa anche una morbida nuvola bianca super coccolosa e profumata.
Oltre a non contenere solfati SLS e SELS, Shampooing Solide Équilibre & Douceur di L’Occitane (12 euro, foto 6) mette al bando anche i siliconi, gli altri grandi nemici di una hair routine sostenibile per il pianeta e amica dei nostri capelli. Il risultato è uno shampoo solido che contiene 5 oli essenziali e che ti dà tutto senza toglierti niente. Non solo è super schiumoso, ma deterge capelli e cute in modo delicato così da non rimuovere troppi grassi naturali importanti per una chioma sana e luminosa.