Non è un mistero: in Italia il mercato del porno va alla grande. Tanto che secondo la classifica di Pornhub, gli italiani sono al decimo posto per fruizione di video hard. Ma hai mai pensato che un uso eccessivo potrebbe avere delle ricadute sulla tua salute sessuale? Ne abbiamo parlato con la sessuologa…
Corpi perfetti, performance infinite, posizioni che neanche quando giochi a Twister. Ma per tutti sono irresistibili. C’è chi lo ammette (soprattutto gli uomini) e chi invece lo fa di nascosto (vedi le donne). Ma, sta di fatto, che i video hard sono sempre più presenti nelle nostre vite. Tanto più dopo due anni in cui ci siamo trovati chiusi in casa a singhiozzo e con una socialità (e una sessualità) spesso ridotta all’osso.
«I porno sono come Harry Potter». A paragonare Siffredi al maghetto di Hogwarts è la dottoressa Francesca Romana Tiberi, seguitissima sessuologa anche su Instagram come psicosessuologa_tiberi. «Entrambi sono film. Hanno un regista, uno scenografo e degli attori. Non sono la realtà. E il problema sta proprio qui: molti pensano che il sesso sia come quello che vedono su Pornhub. Quando invece gli incontri reali sappiamo bene che possono essere molto diversi». Come a dire: al netto del fenomeno crescente dei video amatoriali, i porno sono una specie di mondo perfetto, una favola che può anche essere lontana anni luce dal sesso reale.
Ad aprire la discussione sui porno hanno contribuito le recenti dichiarazioni di Billie Eilish. Durante un’intervista a una radio americana, la cantante di Happier Than Ever ha rivelato di aver iniziato a guardare video hard all’età di 11 anni. «All’inizio non ci vedevo niente di male. Oggi invece penso che il porno sia una sciagura. A dire la verità ne guardavo parecchio. Credo che mi abbia distrutto il cervello» ha dichiarato. Aggiungendo: «Mi sentivo devastata. Pensavo che fosse così che si impara come fare sesso. Le prime volte non dicevo no a cose che non andavano bene, pensando dovesse essere quello da cui dovevo sentirmi attratta».
Secondo la pop star, insomma, i porno possono avere ricadute anche pesanti. Specie per chi è alle sue prime esperienze o non ha ancora una personalità matura e una salda autostima. Ma si tratta di un universo davvero così pericoloso? «In realtà i porno possono essere molto utili. Ad esempio, andare su un sito e trovare esattamente il video che rispecchia i propri desideri è un modo per normalizzare i gusti. Per scoprire che ci sono altre persone a cui piace la stessa cosa e non sentirsi diversi. I guai semmai arrivano quando si è troppo piccoli per capire che si tratta di una finzione cinematografica» spiega Tiberi.
In effetti, anche una ricerca condotta dalla Fondazione Foresta Onlus di Padova dimostra che scende sempre più l’età a cui si comincia a guardare film o immagini porno. Proprio come Billie Eilish, a 11-12 anni si scopre questo mondo. Qual è l’età giusta per i video hard? «La cosa è molto soggettiva. Se per alcuni ragazzi già verso i 15 anni può andare bene, per altri è meglio aspettare qualche anno in più. Il punto di maturità però può arrivare anche a 20-25 anni» continua la sessuologa. Il rischio? Quello di scambiare la finzione per la realtà. «Il vero problema è che i porno spesso finiscono col sostituire la vera e propria educazione sessuale, che invece dovrebbe partire dalle scuole» dice Tiberi. E proprio come è successo a Billie Eilish, diventano una sorta di manuale del sesso.
Oltre a una sana sex education tra i banchi di scuola, secondo la sessuologa, il miglior antidoto ai rischi del porno è anche quello di fare sesso. Vero, sano, normale. Proprio le esperienze reali, unite a un lavoro per rafforzare la propria autostima, sono infatti la soluzione più efficace per godersi i video hard stando però sempre con i piedi per terra. Un modo, insomma, per fare la tara tra finzione e realtà.
«Il problema è che si può arrivare a una sorta di porno-addiction. Una forma di dipendenza che intacca tutti gli ambiti della vita. Non solo perché si passa tante ore davanti allo schermo, ma perché si comincia anche a pensare: se prima non vedo un porno non riuscirò a dormire, o a fare sesso» spiega Tiberi. Attenzione quindi anche a non farne un preliminare essenziale. Perché se è vero che può essere una buona scusa per approcciare il partner, per lanciare l’idea di farlo o per comunicare una propria disponibilità, ritenerlo lo step sine-qua-non diventa eccessivo. Per non dire il sintomo che c’è qualcosa che non va…
Quello che invece molte donne sperimentano più spesso è una sorta di gelosia estetica legata ai porno. «Mentre gli uomini si mettono subito in competizione per quanto riguarda le dimensioni, le capacità sessuali e le prestazioni dei protagonisti dei video, le donne danno tantissima importanza ai corpi femminili» continua l’esperta, che spiega così il boom di richieste di interventi di labioplastica e di sbiancamento della vagina. «Esattamente come avviene per la moda più in generale, anche l’organo sessuale si omologa a un canone estetico dettato dai porno».
E per quanto riguarda il desiderio di emulazione? Pare che il sesso femminile sia in qualche modo meno propenso a imitare in tutto e per tutto quello che vede sullo schermo. Eccezione fatta per una pratica in particolare: lo squirting. Ossia la cosiddetta eiaculazione femminile. «Sta creando in moltissime donne un vero e proprio senso di inadeguatezza. In questo caso, sì, il porno rischia di compromettere davvero la vita sessuale. Attenzione però: quello che queste persone non considerano è che fenomeni come lo squirting appartengono quasi esclusivamente alla sfera della finzione cinematografica. Una vera e propria invenzione a tavolino dell’industria del porno che sfrutta le pochissime donne che hanno questa capacità. Ma che per la stragrande maggioranza è, e resterà, una chimera» fa notare Tiberi.
La soluzione quindi? Scendere a patti con la realtà e accettare che, a volte, il sesso può non essere così perfetto come nei film porno. Ma altrettanto, se non oltre, soddisfacente.