Ai primi di settembre è uscito il nuovo Miss Dior Eau de Parfum. Ecco com’è, e com’è cambiato rispetto ai suoi predecessori, in diretta da chi l’ha “sentito” per prima.
C’è chi dice che le coincidenze non esistono. Nel senso che non è per caso che certe cose un po’ speciali accadono, nella vita. Francamente non lo so, ma qualche volta mi piace pensare che sia così. E che quindi, per un qualche misterioso gioco del destino, proprio in questo settembre 2021 dovesse uscire la nuova versione della eau de parfum Miss Dior. Ossia che, proprio come al suo esordio nel 1947, quando l’Europa si stava ancora scrollando di dosso le polveri di un conflitto mondiale e il couturier francese aveva chiesto «un profumo che sappia d’amore!», una delle fragranze più iconiche della storia rinasca, di nuovo, per riportarci quella luce, la leggerezza e il calore di cui più che mai, negli ultimi tempi, abbiamo avuto bisogno.
Una bella responsabilità, in effetti. Senza contare le aspettative di chi conosce e usa Miss Dior da una vita. E vedendo la città tappezzata di manifesti con la sempre splendida Natalie Portman (con un foulard che tutte vorremmo ci stesse così), si è già fiondata in profumeria per fare confronti e capire com’è che le hanno cambiato il profumo del cuore.
Partiamo quindi dal bouquet, e dalle note che ne compongono la piramide olfattiva.
Innanzitutto tranquille: Miss Dior rimane un’eau de parfum floreale. Anzi, floreale più che mai. Il suo creatore François Demachy (lo stesso che ha creato tutte le rivisitazioni di Miss Dior dal 2011 in poi) qui però ha deciso di far ruotare tutte le note attorno a una nuova, introducendo la rosa Sweet Rose. Non certo una rosa qualunque, ma una varietà che cresce a Grasse, coltivata da una delle fornitrici storiche della maison: madame Carole Biancalana.
E proprio passeggiando nei suoi giardini in cerca d’ispirazione che François, in quell’aprile 2020 tanto radioso quanto confinato, se ne innamora rapito dalla sua bellezza e dalla sua potenza olfattiva. «Mi è apparsa da subito molto bella, con i suoi petali generosi, di un bel color rosa madreperla pallido e iridato» racconta il naso. «E poi sono stato sorpreso dal suo profumo. Che forza! Così avvolgente, con picchi fruttati e dolci assolutamente inaspettati! E’ stata la mia base di partenza creativa per questa nuova eau de parfum. Ho voluto circondarla di fiori per ottenere un bouquet vivace ed elegante al tempo stesso, sensuale senza essere pesante».
Ecco cosa intendo quando dico che si tratta di un floreale sensuale ma luminoso, vivace, e per nulla ammorbante.
Aperto, inebriante, positivo. Merito degli altri fiori che ne compongono le note di testa e di cuore e fanno da new entry accanto alla rosa. Come il mughetto così chiaro e gioioso, che era il fiore preferito, tra l’altro, di Dior stesso. La peonia, altra novità abbinata a note di albicocca e a una rugiadosa nota Verde. E infine l’iris, che lo arrotonda con i suoi toni poudrée. Insomma, un bouquet millefiori ricco e contrastato, chiuso da note di fondo dolci, come la vaniglia di Papua e la fava tonka, legnose come il sandalo e i classici muschi.
Il confronto con i suoi predecessori
A voler essere precisi, non è la prima volta che la maison prova a rielaborare il suo profumo più emblematico. E tra l’altro ce ne siamo già occupate con un post molto specifico che trovate qui. Tuttavia bisogna ammettere che mai come in questo nuovo Miss Dior Eau de Parfum, la maison (e lo stesso Demachy, che li ha firmati tutti) si sono spinti “oltre”.
Nei precedenti le note di testa principali erano sempre fruttate e agrumate. Il mandarino, per esempio, apriva sia Miss Dior EDP del 2012 sia il Miss Dior Blooming Bouquet del 2014. Nel Miss Dior Absolutely Blooming del 2016 le note fruttate erano invece quelle del sottobosco, tra ribes, lamponi con un tocco di pepe rosa. Il risultato, quindi, era sempre quello di una fragranza fresca ma dolce e più statica, piena, succosa. Carattere dato anche dalla “densità” olfattiva dei fiori utilizzati (parliamo di gelsomino, patchouli, tuberosa) e che adesso viene mitigato invece dalla freschezza botanica della rosa Sweet Rose e da altri petali meni potenti.
Il packaging e qualche altra curiosità…
Un profumo non è mai finito senza il suo flacone. Boccetta e fragranza sono spesso un unicum, i due lati di una stessa iconicità. Nel nuovo Miss Dior Eau de Parfum l’inconfondibile bottiglia squadrata cambia leggermente di accessorio. Perché anche quel fiocchetto annodato intorno al suo collo ha una dignità quasi pari al profumo stesso, e perfino un nome. E’ detto “poignard” o “coda di rondine” ed è una firma universale, un segno di riconoscimento couture. Oggi rivisitato con un lusso e una maestria che hanno richiesto mesi di lavoro per il design e la realizzazione, nell’atelier di uno dei più grandi nastrifici francesi. Quello della famiglia Faure, che dal 1864 crea e confeziona nastri d’eccezione a Saint Just Saint Rambert, nella regione della Loira.
Incredibile come pochi centimetri di tessuto riescano a monopolizzare una quantità di mani, menti e fatica. Ma è così che, alla fine, ha preso forma questo nastro jacquard tempestato di piccoli puntini colorati scintillanti, composto da 396 fili e di cui ogni centimetro racchiude circa 12mila trame. Una firma annodata al collo di Miss Dior che lo rende riconoscibile in tutto il mondo. Ma in fondo, guarda un po’ il caso, non si dice che un profumo buono è un profumo con i fiocchi?