Il processo della fermentazione rende i cosmetici più efficaci e performanti. Ed è tutto merito di lieviti e batteri che aumentano anche di 50 volte il potere di mist, sieri e creme. Ecco come funziona.
Se io dico fermentazione, tu che cosa pensi? Allo yogurt, è ovvio. E per i palati più gourmand, kefir, birra, vino, crauti e miso. Cosa c’entrano questi cibi con il beauty? Niente. Se non che fanno tutti molto bene al nostro organismo. Quello che invece ci interessa più da vicino è che ora, alla lista dei cibi fermentati, si deve aggiungere quella dei cosmetici fermentati. Se infatti il meccanismo della fermentazione è usato da millenni nella produzione di delizie per il palato (il più antico prodotto fermentato di cui si ha traccia è l’idromele, risale a 2000 anni fa ed è una bevanda alcolica ottenuta fermentando il miele) il processo applicato ai cosmetici è molto più recente.
E dove poteva nascere una nuova tecnica beauty se non in Oriente?
Culla del beauty fermentato è infatti la Corea, Paese da cui partono tantissime nuove tendenze cosmetiche. Questa però, più che un trend, è una rivoluzione.
Il punto è questo: la fermentazione mette il boost ai cosmetici. In altre parole, tonici, sieri e creme funzionano molto meglio se sono state prima fermentate. Hai presente quando a Braccio di Ferro spuntano i muscoli dopo aver mangiato gli spinaci? O quando Asterix diventa fortissimo bevendo la pozione di Panoramix? Ecco, questo è l’effetto che fa la fermentazione ai tuoi cosmetici.
Ma cos’è esattamente la fermentazione?
Si tratta di un processo chimico attraverso cui lieviti e batteri mangiano e digeriscono gli zuccheri e altri nutrienti. Ed è qui che avviene la trasformazione. Il risultato sono molecole più piccole, quindi più facilmente assorbibili dalla pelle. Ma non solo: la fermentazione trasforma gli ingredienti in prodotti più nutritivi. Insomma, la fermentazione trasforma gli attivi in super attivi beauty!
Per farti un esempio: la fermentazione dei cosmetici può aumentare la concentrazione di antiossidanti e flavonoidi. Una cosa che, a pensarci bene, sai già: d’altra parte il vino rosso non contiene più sostanze anti age del succo d’uva? Ecco, tutto merito della bacchetta scientifica della fermentazione. Più o meno la stessa cosa avviene per l’olio d’oliva che, dopo 120 ore a contatto con i lieviti, acquisisce una quantità di Omega 6 e 9 cinquanta volte maggiore al punto di partenza.
Con la fermentazione, quindi, gli ingredienti naturali vengono potenziati. Altri invece vengono resi biodisponibili, ossia assorbibili da parte dell’organismo.
In ogni caso il prodotto finale è più efficace nel risolvere i problemi della pelle.
Ecco perché la tecnica della fermentazione piace sempre di più ai brand di cosmetici. E perché sono sempre di più i prodotti contenenti sostanze fermentate. Quali sostanze? In realtà oggi ce ne sono tantissime. Come il fermento di cocco che, prodotto a partire dalla polpa di cocco, è idratante e nutriente. Inoltre ha una forte attività antimicrobica, il che lo rende un valido sostituto ai conservanti sintetici.
Il fermento di zucca invece ha un effetto emolliente e levigante e una leggera azione esfoliante. Idrata a fondo i capelli fragili e danneggiati, restituendo brillantezza dalla radice alle punte. C’è poi il fermento di peperoncino che, a differenza dell’estratto, non è irritante per la pelle. Quello che invece fa è stimolare le circolazione e migliorare la capacità della pelle di assorbire i nutrienti. Un effetto stimolante che dà ottimi risultati anche sui capelli e sul cuoio capelluto, promuovendo la crescita e rafforzando la chioma.
Se, a questo punto, sei curiosa di mettere un po’ di fermento alla tua beauty routine, ecco alcuni cosmetici che contengono sostanze sottoposte a fermentazione. Oli, creme, mist, maschere: il fermented beauty è davvero ovunque.
Kumbucha + 11% AHA Exfoliation Power Toner di Youth to the People (34 euro, foto 1), ad esempio, è un prodotto esfoliante che unisce le proprietà degli alfaidrossiacidi ai poteri illuminanti del kombucha. Mai sentito nominare? Si tratta di un parente della birra e del tè, ed è una bevanda leggermente frizzante che si ottiene fermentando il tè zuccherato. Buono da bere, ma ancora meglio da mettere sulla pelle. Leggi qui le recensioni delle utenti di Powderly che l’hanno testato.
Che ne diresti di un cocktail di ingredienti fermentati? Kombucha, sakè e luppoli sono il cuore di Sweet Biome Fermentd Sake Spray di Drunk Elephant (40 euro, foto 2), una mist da vaporizzare sul viso pulito prima di mettere il siero. La sua funzione, infatti, è quella di tenere in equilibrio il microbiota e rendere la pelle più forte grazie ai suoi attivi fermentati.
Fermentation Eye Cream di Benton (28,45 euro, foto 3) mira invece a mantenere liscio e ben idratato il contorno occhi. Arricchita con un’alta concentrazione di ingredienti fermentati, tra cui i galattomiceti, ossia estratti di lievito fermentato, la sua formula a base di acido ialuronico aumenta la potenza idratante.
Per idratare e nutrire in profondità il viso, Olio Elisir Rigenerante di Florena (23,99 euro, foto 4) mixa una base di olio di argan fermentato con i petali di elicriso bianco dalle proprietà antiossidanti. Perché fermentare l’olio? Perché attraverso questo processo gli omega 6 e gli omega 9 che contiene vengono decuplicati. Il che si traduce in un immediato maggiore nutrimento per la pelle.
Infine, quello che ci vuole per completare la tua fermented beauty routine è una maschera. Non solo che contenga ingredienti fermentati ma addirittura fatta da una sostanza fermentata. Come la sheet mask Fermented Soybean Bio Cellulose Mask di Innisfree (7 euro, foto 5) che è completamente composta da soia verde fermentata, lavorata e trasformata in tessuto. Proveniente dalla Corea, questa maschera associa la forza idratante e antiossidante della soia fermentata alle qualità lenitive del pantenolo. Il che la rende adatta anche se hai la pelle particolarmente sensibile.