Più naturale e più diluito del botulino tradizionale, il microbotox è una tecnica antiage che va bene per tutti. E non solo contro le rughe. Te lo spiega l’esperta.
Il principale difetto del botulino? Semplice: alterare troppo la mobilità del viso, con risultati per niente naturali. Ecco perché negli ultimi tempi è nata una nuova modalità d’uso della tossina botulinica – il cosiddetto microbotox – che riduce le rughe e ammorbidisce i segni del tempo, senza irrigidire troppo i lineamenti. Messa a punto da Woffles Wu, chirurgo plastico di Singapore, e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Plastic & Reconstructive Surgery, è ormai diventata uno dei protocolli più richiesti e praticati nel mondo.
«Oggi i pazienti vogliono avere un aspetto più riposato, ma senza stravolgere i lineamenti del volto. La richiesta che mi sento ripetere da ormai tutte le mie pazienti è: risultati naturali. Evitando eccessi o visi smaccatamente ritoccati» dice Patrizia Piersini, medico estetico di Torino.
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Si usa un tipo di botulino particolare?
No. Il principio attivo è sempre quello della proteina botulinica, proteina altamente purificata prodotta dal batterio Clostridium botulinum e approvata per l’uso medico-estetico. «Con questa tecnica, la proteina botulinica è presente in micro quantità, risultando comunque efficace: non solo attenua le rughe, ma migliora soprattutto la qualità della pelle, donandole un aspetto più tonico e compatto e restringendo notevolmente i pori dilatati» spiega Piersini.
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Serve una tecnica di iniezione diversa?
Sì. «Benché si usi sempre la tecnica delle iniezioni, si iniettano dosi più diluite con un ago sottilissimo e si rimane a livello dermico, quindi superficiale e non muscolare, come avviene di solito con il botulino» dice Piersini.
Le punturine sono fatte a distanza di circa un centimetro l’una dall’altra, iniettando piccole gocce alla volta. Lo scopo non è bloccare il muscolo, ma intervenire sulle fibre superficiali che sono responsabili delle rughe.
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Quanto durano le sedute e gli effetti?
Le sedute durano circa 10-15 minuti. Come per il botox tradizionale. E dopo il trattamento può verificarsi un lieve rossore, che scompare in poche ore, e si può ritornare velocemente alle proprie attività sociali e lavorative. I risultati si vedono dopo 2-3 giorni e hanno una durata di circa quattro mesi. Il costo può andare da 250 a 500 euro.
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In quali zone si può effettuare il microbotox?
È utilizzato per viso (in particolare fronte, guance e zona perioculare), per collo e décolleté. «Il microbotox è utile per intervenire in aree particolarmente delicate, come quella che circonda l’occhio, permettendo di correggere le piccole rughe della palpebra inferiore, o per migliorare le rughe fini e sottili delle guance» spiega il medico estetico torinese.
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Quali sono gli effetti?
Il microbotox corregge le rughe, in particolare le più piccole, altrimenti difficili da eliminare. Si utilizza anche nel décolleté e nel collo o per ridefinire l’ovale. Ma il microbotox ha anche un effetto visibile sulla qualità della pelle in quanto regolarizza la ghiandola sebacea e quella sudoripara. La proteina botulinica stimola inoltre fortemente i nostri fibroblasti alla produzione di collagene, rendendo la pelle più elastica e compatta e più distesa «Per ogni paziente, in base al tipo di pelle e alle sue esigenze, si mette a punto un piano di ringiovanimento adeguato, spesso combinando tecniche diverse» aggiunge Piersini.
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Quali altri trattamenti si possono usare con il microbotox?
Viene spesso usato in combinazione con il botulino tradizionale o con i filler riassorbibili. Dal momento che si usa per le zone più delicate, chi vuole trattare tutto il viso e ottenere un ringiovanimento ottimale generale è bene ne valuti un uso “misto”. In ogni caso, è bene rivolgersi a un medico estetico esperto e affidarsi ai suoi consigli.
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E’ indicato a tutte le età?
Sì. Il microbotox è adatto a pazienti di tutte le età, sia uomini che donne. «Si utilizza sia per i più giovani, che iniziano ad avere le prime rughe, sia per migliorare in modo concreto le pelli più mature» conclude Piersini, «Ma anche per tutti quei pazienti che vorrebbero provare la proteina botulinica ma temono un risultato non naturale. L’età è relativa: le rughe, in particolare quelli mimiche, non sempre sono correlate con l’età anagrafica».