Impara i segreti di questo nuovo uso “esteso” del correttore, che sta conquistando sempre più donne. Merito anche di una nuova generazione di concealer effetto second skin. Per una pelle glow e naturale, a qualunque età.
Ce ne stiamo rendendo conto sempre di più ogni giorno che passa. Un po’ per quello che si vede fare a sempre più beauty influencer e makeup artist su Instagram e social vari. Un po’ per la tipologia di prodotti che stanno uscendo sul mercato. Ma insomma, a un certo punto abbiamo capito che la faccenda andava affrontata e approfondita.
Com’è tutta questa faccenda di usare il correttore al posto del fondotinta?
In sostanza, mentre la “regola” vorrebbe che il fondotinta si applicasse su tutte le zone del viso, per poi passare a correggere con il concealer solo i punti con segni e imperfezioni, adesso pare che le cose stiano cambiando. E lasciando completamente nel cassetto i fondotinta veri e propri, si usi il correttore in una forma diciamo più estesa. Stendendolo quindi non più solo sui punti specifici, ma lo si tiri fino a coprire zone più ampie del viso. Lasciando invece struccate quelle che non hanno bisogno di alcun tipo di copertura o correzione.
Qualcosa che, fino a ieri, avrebbe fatto inorridire, per non dire gridare allo scandalo qualsiasi truccatore professionista o beauty lover un po’ esperta. E invece…
Il fatto è che i correttori sono cambiati. E se il rischio di una simile tecnica sarebbe stato (una volta) quello di creare delle orribili chiazze sulla pelle, adesso questo non succede più. O per lo meno, non capita se si utilizzando concealer di nuova generazione, molto più fluidi e naturali di quelli di un tempo. Non che i vecchi correttori effetto gessetto siano scomparsi. Semplicemente, ne stanno uscendo di sempre più leggeri ma comunque iperpigmentati. Capaci quindi di fondersi con la pelle, ma allo stesso tempo di coprire quello che devono.
Vi ricordate il Touche Eclat di Yves Saint Laurent? In un certo senso ne è stato il capostipite. Un correttore a penna dall’incredibile effetto illuminante, uscito ben 28 anni fa. Ma si vede che allora i tempi non erano ancora maturi per questo cambio di tendenza. Ora invece, complice forse anche l’obbligo di indossare una mascherina sul viso, molte sentono l’esigenza di una base più leggera, “corretta” appunto solo dove serve.
Prendiamo per esempio il nuovo Pro Filt’r Instant Retouch Concealer di Fenty Beauty. Il fatto che sia stato formulato in ben 50 tonalità non è utile solo ad abbinarlo perfettamente al fondotinta della stessa shade, ma anche a rappresentarne un’alternativa. Lo stesso vale anche per il Boing Cakeless di Benefit, versione liquida e impalpabile del famoso correttore del brand, che è uscito di recente. Disponibile in 12 tonalità, vuole venire incontro proprio allle esigenze di chi ne fa un uso più esteso sul volto.
A far propria la tendenza sono poi molti marchi indie, per definizione più sensibili ai nuovi trend emergenti. Pensiamo a Milk e al suo Flex Concealer, completamente vegano e super elastico, appena arrivato da Sephora. E poi all’italiano brand di tendenza Espressoh con The ABC Concealer, un cult tra le Millenials e le giovani della Gen X, che è addizionato di caffeina. O lo stesso correttore vegano Ohmylove di ClioMakeup, tra le prime influencer e makeup artist a segnalare l’uso del correttore come alternativa ai fondotinta più tradizionali.
E come si realizza, in pratica, questa tecnica?
Di fatto, è molto semplice. Si tratta di utilizzare il correttore solo dove c’è bisogno. Quindi in primis sulle occhiaie, o su tutta la zona del contorno occhi, che è dove cade la luce. Quindi si può procedere sui lati del naso o, se avete i pori un po’ dilatati, anche su tutta la parte centrale del viso. Chi ha brufoletti sparsi può limitarsi poi a correggere solo quelli con un puntino di correttore in loco, ma in modo molto circoscritto.
Il secondo segreto però è anche la tecnica di applicazione.
Il modo migliore per stendere questi correttori è utilizzare una piccola spugnetta blender, meglio ancora se leggermente inumidita. E tamponarla sulla zona da correggere e soprattutto poi sui bordi, in modo da sfumare perfettamente il prodotto. Ed evitare così di creare macchie o segni di “confine” tra pelle truccata e pelle non truccata. Usate la blender anche per i brufoletti, dopo aver applicato una piccolissima punta di prodotto sull’eruzione o sulla macchia da dissimulare.
Eviterei poi la cipria. Benché molti truccatori la consiglino, in generale, per fissare e uniformare il trucco, in questo caso rischia di attaccarsi al correttore, e quindi di evidenziarne la presenza rispetto alle zone in cui non avete messo nulla. Il che, insomma, farebbe proprio quello che fino ad ora avete cercato di evitare. Peraltro opacizza, e questa tecnica invece vuole che la pelle mantenga il suo glow naturale. Perfino il blush potrebbe farvi correre lo stesso rischio, per cui in nome della naturalità del risultato sarebbe meglio optare per un blush in crema.