Rossori, irritazioni e taglietti: la mascherina anti-Covid non è certo una benedizione per la pelle del viso. Ecco la skincare consigliata dalla dermatologa.
Ci aspetta un’estate in mascherina. Lasciato alle spalle il lockdown, ora possiamo uscire. Ma, per lasciarci definitivamente alle spalle l’emergenza Coronavirus, dobbiamo sempre avere con noi una protezione da mettere sul viso (oltre che un beauty case rifornito di disinfettanti e co.). Facile a dirsi ma meno a farsi. Soprattutto con le temperature che da qui a poco si faranno roventi, e la sensazione di fastidio che crescerà di conseguenza.
La prima a soffrirne? La pelle del viso, ovviamente. Chiusa dietro strati di tessuto più o meno sintetico, faticherà non poco a ritrovare lo splendore tipico della bella stagione. Per limitare i danni però qualcosa si può fare. Che cosa? Ce lo spiega la dottoressa Emanuela Maria Cecca, dermatologa di Milano che, grazie al portale MioDottore, è disponibile anche per video consulti online.
Cosa succede alla pelle del viso quando indossiamo la mascherina?
«A causa del vapore acqueo che produciamo con il respiro, all’interno della mascherina si crea una camera d’aria calda e umida che provoca irritazioni e, in un certo senso, macera la pelle. Esattamente la stessa cosa che succede con il pannolino per i neonati» spiega la dottoressa. «La flora batterica che è naturalmente presente sulla cute si altera. E la pelle tende a diventare molliccia, arrossata, con piccoli taglietti e in generale più fragile. Ecco perché è buona abitudine tenere la mascherina solo quando davvero serve e toglierla quando si è soli o comunque in situazioni in cui non c’è pericolo di contagio».
Qual è il modello di mascherina che, a parità di protezione, stressa meno la pelle del viso?
«Partiamo con il dire che i modelli FFP2 e FFP3 sono, dal punto di vista dermatologico, i peggiori. Sono chiusi anche ai lati della bocca, il che rende il microclima caldo umido all’interno ancora più intenso. L’ideale sarebbe indossare due mascherine: una di puro cotone, il più possibile leggera, che resti a contatto con la pelle senza irritarla, e sopra una chirurgica, per evitare di far uscire le particelle di saliva. In questo modo si ha la protezione della mascherina, ma si evita di irritare la pelle».
Guance, labbra, mento e naso: qual è la zona che soffre di più la mascherina?
«Sicuramente sono le labbra ad avere bisogno di maggiori attenzioni. Questo perché, quando togli la mascherina, il sudore che si era creato all’interno si asciuga all’aria, seccando e tagliando le labbra. Ecco perché più volte al giorno bisogna applicare un burro cacao che non sia liquido, ma piuttosto morbido e protettivo».
La chiamano già “maskne”, ossia acne da mask. Ma questo strumento può essere la causa della comparsa di foruncoli e punti neri?
«A dire il vero la mascherina può essere un alleato contro i punti neri. Questo perché, sfregando sulla pelle del naso e della guance, agisce come un leggero peeling meccanico utile a ridurre i comedoni. Al contrario la mascherina può peggiorare i brufoli. Infatti l’ambiente caldo e umido che crea favorisce la proliferazione batterica responsabile dell’infiammazione dei foruncoli».
Come si deve modificare la beauty routine in funzione della mascherina?
«Oltre al burro cacao, chi ha la pelle secca dovrebbe applicare più volte al giorno la crema idratante. Questo perché, esattamente come succede per le labbra, la parte inferiore del viso tende a seccarsi maggiormente, soprattutto se si tiene la mascherina per un po’, e poi la si toglie. Per un intervento fast, anche l’acqua termale da vaporizzare sul viso va molto bene».
Dobbiamo rinunciare a qualcosa?
«Direi che, se nella zona alta del viso, come fronte e occhi, tutto è concesso, nella parte bassa è meglio evitare il make up o usarne il meno possibile. Tra i fondotinta, ad esempio, è preferibile sceglierne uno in crema oppure una BB cream. Meglio invece non usare i prodotti in polvere, come la cipria e la terra, perché con l’umidità della mascherina tendono a intasare i pori. No anche ai detergenti senza risciacquo: gli eventuali residui che restano sulla pelle potrebbero creare problemi. Infine, è consigliabile non sottoporsi in questo periodo a trattamenti estetici troppo aggressivi, come la pulizia del viso e i peeling chimici, perché si rischia di sgrassare troppo la pelle».
Se la zona in cui la mascherina entra a contatto con la pelle del viso si irrita, come rimediare?
«Chi tiene la mascherina per tante ore durante la giornata rischia di sviluppare delle dermatiti irritative da contatto, per lo sfregamento prolungato del tessuto sulla pelle. A volte sono solo rossori, altre si tratta di veri e propri taglietti che faticano a guarire. Per facilitarne la chiusura e decongestionare la pelle, l’ideale è applicare alla sera una crema con una concentrazione di ossido di zinco superiore al 15%. L’accortezza poi è di usare, la mattina successiva, una crema idratante piuttosto corposa perché l’ossido di zinco tende a seccare la pelle. Ad esempio, va bene una lipocrema base, che stabilisce il film idrolipidico della pelle senza aggredirla con profumi né conservanti».
Come gestire le irritazioni “da elastico” dietro all’orecchio?
«In effetti, spesso capita che l’elastico della mascherina crei dei micro tagli dietro il padiglione auricolare. In questo caso, si deve innanzitutto disinfettare la parte. Va bene un qualsiasi disinfettante purché non contenga acqua ossigenata, che contrasta la cicatrizzazione. A questo punto si applica uno strato di pasta con un’alta concentrazione di ossido di zinco e la si lascia in posa tutta la notte. Alla mattina, dopo un accurato risciacquo con acqua e sapone, l’ideale è passare l’aria fredda del phon per asciugare senza toccare le eventuali crosticine».