Le creme solari con SPF 100 o anche SPF 100+ sono sempre più diffuse. Ma siamo davvero sicure che siano così “sicure”? Uno dei più famosi dermatologi italiani solleva qualche perplessità…
Il sole è sempre più forte, le pelli sono sempre più sensibili, e di conseguenza i prodotti solari si adeguano. Archiviati i tempi in cui ci si presentava in spiaggia con filtri SPF 4 o SPF 6, ormai gli stessi medici e dermatologi consigliano di non scendere mai sotto la protezione SPF15 o SPF20, anche in caso di pelli scure o olivastre.
Imparata quindi la lezione che i solari non sono più un optional. Ma che anzi, vanno messi anche in città, c’è poi chi esagera e crede che più si alza il numero sul flacone, più un solare diventa affidabile. Da qui è nato il trend di produrre addirittura creme con fattori SPF 100 o addirittura SPF100+. Il che ha fatto venire qualche sospetto a qualcuno…
Cominciamo col dire che cosa è esattamente un SPF. E soprattutto come lo si calcola.
Il Sun Protection Factor (abbreviato in SPF) indica il livello di protezione solare che può raggiungere un prodotto e la sua capacità nel ritardare la comparsa dell’eritema. Per stabilire l’SPF di una crema solare vengono svolti test clinici e dermatologici su volontari.
In pratica, a un gruppo di persone si applica la crema solare in una zona circoscritta del corpo, li si espone a una luce artificiale che imita i raggi UV fino all’insorgenza dell’eritema solare, che comparirà prima nella zona non protetta e dopo un tot di minuti nella zona in cui è stato applicato il filtro. Il valore dell’SPF viene quindi calcolato dividendo il tempo di comparsa dell’eritema solare sulla cute protetta per il tempo dell’insorgenza dell’eritema sulla cute non protetta.
Facciamo qualche calcolo esemplificativo.
Se l’eritema appare dopo 12 minuti sulla cute non protetta, mentre si manifesta dopo 6 ore (360 minuti) sulla pelle protetta, dividendo 360 per 12, si ottiene 30. E questo è quindi il fattore SPF del prodotto testato. Detto in altre parole, significa che, con quella crema SPF30, ci si può esporre al sole senza rischi per 30 volte il tempo in cui si ci potrebbe esporre senza crema e senza scottarsi (30×12=360 minuti=6 ore). Detto in altre parole ancora, se senza crema posso stare al sole per 12 minuti prima di scottarmi e avere l’eritema, con un SPF30 posso restarci fino a 6 ore.
Di conseguenza, facendo il calcolo all’inverso: una protezione solare SPF 100 dovrebbe prevedere un test clinico di circa 20 ore continuative. «Il che è impensabile sia da un punto di vista etico che logico» sottolinea il dottor Antonino Di Pietro, dermatologo plastico, sul suo omonimo sito. Dove appunto spiega anche le modalità di test dei solari e sottolinea l’evidente non senso di tutta la faccenda, probabilmente nata più da esigenze di marketing che reali.
«A stabilire l’SPF “dichiarabile” sulle confezioni di crema solare sono le linee guida europee» prosegue Di Pietro. «Queste certificano come non esista una protezione solare con SPF maggiore di 50, tantomeno SPF 100 o SPF 100+ con schermo totale. Il fattore protettivo massimo che può raggiungere anche la migliore crema solare è SPF 50. Evitate quindi di partire per le vacanze con una crema solare con protezione 100, perché si tratta di un’informazione sostanzialmente illegale e fraudolenta. Il cui obiettivo è ingannare il consumatore facendo leva sui suoi bisogni di tutela della salute».