Dimagrire, ridurre le rughe e vivere sani a lungo senza contare le calorie. Impossibile? Per niente. Lo sostiene Sara Farnetti, specialista in medicina interna e autrice del libro Mai più a dieta. Salute e longevità con la medicina di precisione (Bur Rizzoli, 16,90 euro). Il suo approccio, che già spopola tra i vip della tv come Maria de Filippi, Elena Santarelli e Milly Carlucci, si basa su un’alimentazione personalizzata in base alle esigenze di ciascuno. Vuoi avere la pancia piatta? Elimina alcool e gomme da masticare. Vuoi un cervello pronto e reattivo? Niente yogurt magro. Oppure vuoi affrontare a testa alta l’arrivo della menopausa? Vai di frutta e verdura verde e gialla.
Dottoressa Farnetti, qual è l’elisir di lunga vita?
Il segreto è ridurre lo stato infiammatorio cronico innescato ogni giorno consumando pasti sbagliati. Si tratta infatti di una “brace silente” che brucia le difese immunitarie e attiva le malattie. Ridurla è una delle chiavi su cui lavorare per cercare di sfruttare il cosiddetto «potenziale di longevità».
Insomma, bisogna mangiare meglio.
Sì, ma non è così semplice. Ad esempio non ha senso magiare un po’ di tutto. Bisogna piuttosto studiare un menù con dei pasti equilibrati e soprattutto personalizzati. Quando un nuovo paziente viene nel mio studio, prima di consigliargli una dieta lo sottopongo a una serie di esami per capire quale sia il suo “io-biologico”. In altre parole, prima di dirgli cosa mangiare e cosa no, devo studiare il suo profilo ormonale e quali sono le sue tendenze patologiche: solo dopo tutti questi accertamenti gli propongo una dieta da seguire.
Non avevamo detto “mai più a dieta”?
Il mio concetto di dieta non è a breve termine. Di solito si fa una dieta per dimagrire in vista dell’estate o comunque con una prospettiva di pochi mesi. Il mio approccio invece è a lungo termine: bisogna iniziare a programmare la propria salute con la prospettiva dei successivi 30 anni. Il cibo è un ottimo alleato per la “sorveglianza attiva”, cioè l’intento di far sì che non si manifestino certe malattie per cui siamo geneticamente portati. Penso ad esempio al tumore al colon o all’osteoporosi. Il cibo serve a prevenire i rischi di incontrare queste patologie, ma anche a guarirne la cause.
Un’alimentazione sbagliata fa invecchiare prima?
Salute e bellezza vanno di pari passo. Neuroni e pelle invecchiano allo stesso modo perché sono nati dalla stessa matrice. Non invecchiare fuori significa non farlo nemmeno dentro.
Cosa si deve mangiare per non invecchiare?
Partiamo dal presupposto che è normale che il nostro corpo cambi. L’importante però è cercare di modificarsi in modo positivo. Detto questo, una delle chiavi per un effetto anti-age sono gli acidi grassi e l’olio extravergine d’oliva, formidabili contro l’invecchiamento. E poi le erbe aromatiche, ricche di polifenoli che sono potenti antiossidanti. In ogni caso il giusto equilibrio tra i nutrienti è il primo modo per evitare i radicali liberi.
Si spieghi meglio…
Voglio dire che è del tutto inutile mangiare i mirtilli a fine pasto per avere un effetto anti-aging se prima si sono mangiate le cose sbagliate.
Ad esempio?
Troppe proteine fanno invecchiare prima. Così come una dieta ricca di carboidrati e di zuccheri, che sono responsabili della produzione dell’ormone dell’insulina, che a sua volta causa grasso viscerale, responsabile delle molecole infiammate e quindi di un innalzamento del rischio di contrarre malattie.
Qui sopra, e qui sotto, alcune combinazioni alimentari tratte dal libro della dottoressa Farnetti.
Mangiare poco zucchero sembra la chiave di tutto.
Sì, parte tutto da qui. È importante studiare dei pasti a basso indice insulinico. Ad esempio, un mix che non funziona è pasta e mela, così come pasta e pane. Bene invece un piatto di pasta e di secondo della cicoria saltata in padella. In generale la buona regola è quella di cercare di comporre ogni pasto con un solo tipo di alimenti ricchi di zuccheri associati a cibi che contengono altri gruppi di nutrienti: le proteine, le verdure e i grassi sani.
A proposito di pasta: è vero che va mangiata a pranzo ma mai a cena?
No, anzi. Mangiare 70/80 grammi di pasta alla sera asseconda il bioritmo del corpo. I carboidrati della pasta infatti sono più veloci da digerire e conciliano il sonno favorendo i processi di detossificazione. La pasta non ingrassa, è solo prevalentemente ricca di carboidrati, ma questi, se mixati con furbizia e sfruttando le giuste cotture, non rappresentano un carico metabolico, cosa che invece creano le proteine di carne, pesce e formaggi, specie la sera.
Parlando di cotture: quali sono quelle da preferire?
Parlando di verdure, ad esempio, molti pensano che mangiarle bollite sia il modo più sano. Niente di più sbagliato! Oltre ovviamente a mangiarle crude, il modo migliore per prepararle è farle stufare in padella con un po’ d’olio extravergine d’oliva. In questo modo si crea una patina che ne protegge le qualità che invece viene persa nell’acqua bollente. Inoltre, preparate in padella, le verdure si digeriscono meglio e non sono causa di gonfiore addominale.
E con i fritti, come la mettiamo?
Non sono certo da demonizzare. Anzi!
Mi sta dicendo che le patatine fritte fanno bene?
Come tutti i fritti anche le patatine danno sostegno epatico, ovvero stimolano la funzione del fegato nel produrre bile, essenziale per l’assorbimento degli alimenti, velocizzare la digestione e evitare la formazione di gas intestinale. Una vera operazione detossinante.
Fritto uguale detox? È una strana coppia!
In realtà è proprio così: se si vuole detossinare il corpo, ad esempio dopo un periodo di feste, è molto meglio mangiare un carciofo fritto che bere una centrifuga o, ancora peggio, non mangiare niente.
Anche il digiuno fa male?
Sì, soprattutto se si digiuna a lungo perché è vero che non mangiando scende l’insulina ma allo stesso tempo sale in cortisolo, l’ormone dello stress che agisce negativamente sull’umore, sulla sensazione di fame e anche sull’invecchiamento. Altra cosa invece è il digiuno simulato che inizia subito dopo cena e si conclude al mattino. Prevede una cena leggera e pomeridiana, con mezzo avocado frullato con farina di mandorle per farne una mousse da mangiare al cucchiaio, oppure un uovo sodo con valeriana. L’ideale sarebbe mangiare 3-5 ore prima di andare a dormire, avendo l’accortezza di non pasticciare con snack vari prima di mettersi a letto. Si allunga così il periodo di digiuno notturno, quello fisiologico, senza provocare danni all’organismo. Con 12-14 ore di digiuno continuativo il corpo infatti si depura e utilizza fino in fondo i nutrienti assunti durante la giornata.