Guance rosse, foruncoli e sensazione di bruciore. Sono questi alcuni dei sintomi della rosacea, malattia infiammatoria della pelle che colpisce principalmente il viso, e che spesso non viene diagnosticata. Come mai? Perché viene sottovalutata e scambiata semplicemente per un problema di pelle sensibile o reattiva. Se infatti capita che il viso si arrossi per il sole, il vento o perché abbiamo un’epidermide che reagisce agli sbalzi di temperatura, la rosacea è un’altra cosa. Si tratta infatti di una condizione cronica, non temporanea: per cui il rossore non scompare da solo dopo qualche minuto.
Insomma, non sono le gote che si arrossano quando passiamo da un ambiante freddo a uno molto caldo (ma poi tornano normali), né quella sensazione di scottatura dopo una giornata passata sulle piste da sci. E nemmeno si tratta di acne, con cui viene spesso confusa, perché i sintomi possono assomigliarsi, dato che comporta la comparsa di piccoli brufoletti che, a volte, evolvono in vere e proprie pustole.
Tre volte più comune tra le donne che tra gli uomini, la rosacea compare di solito tra i 30 e i 50 anni, soprattutto in chi ha la carnagione molto chiara. Anche la familiarità è rilevante: secondo uno studio della National Rosacea Society (NRS), il 40 per cento di chi ne soffre ha un familiare con gli stessi sintomi.
Per chi si trova alle prese con la rosacea (si stima che ne soffrano 3,2 milioni di persone solo in Italia) il disagio provocato dal forte e persistente rossore sul viso non è solo estetico. Secondo un sondaggio su oltre mille pazienti con i sintomi della rosacea, il 90% dichiara che la malattia ha provocato un calo della fiducia in se stessi e dell’autostima. Il 41% dice che a causa della rosacea evita i contatti pubblici e rinuncia alla occasioni sociali, mentre per l’88% ammette che si tratta di un forte ostacolo alle interazioni sul luogo di lavoro.
Ma da cosa è provocata la rosacea?
«Tra i principali indiziati c’è il demodex, un acaro che normalmente vive “pacificamente” sulla nostra pelle. Quando però la qualità del sebo diventa particolare, questi acari aumentano e infettano la ghiandola, dando il via alla comparsa della rosacea» spiega il dermatologo Antonino Di Pietro.
Che l’inverno tenda a peggiorare i rossori invece pare essere un falso mito. Secondo la NRS infatti poco più del 40% dei pazienti osserva un aumento dei sintomi con il clima freddo; tuttavia il vento è visto come negativo dal 57% del campione. Uno su due punta il dito sull’attività fisica intensa, sul consumo di alcol e sui bagni con l’acqua troppo calda. Più problematica invece sembra essere la stagione estiva, visto che il 75% degli intervistati indica il caldo come un fattore negativo. L’81% inoltre concorda che l’esposizione al sole peggiori la situazione. Così come otto pazienti su dieci vedono aumentare i sintomi a causa dello stress emotivo.
Come intervenire quindi in caso di rosacea?
«Molto dipende dal tipo e dalla gravità del problema. Inizialmente può essere sufficiente applicare delle creme che agiscono regolarizzando l’attività della ghiandola del sebo e facendo sì che crescano in minore quantità gli acari che ne sono responsabili» dice il dottor Di Pietro. «Per combatterla comunque la pelle va aiutata a mantenersi forte, elastica, idratata e quindi va protetta e rigenerata il più possibile. A questo scopo sono molto utili i sieri e le creme che contengono fospidina. Ma quando iniziano a comparire le pustole, e quindi quando l’acaro comincia ad agire, vanno utilizzate creme che contengono ivermectina, una sostanza che combatte questo tipo di germi. Nei casi più avanzati, ovvero quando le pustole sono molto numerose, si fa ricorso anche a un antibiotico per bocca, la doxiciclina, che riesce a frenare gli acari e a eliminarli».
In alternativa ai farmaci topici e sistemici si può ricorrere alla luce pulsata, al laser o, nei casi più gravi, alla chirurgia. Ma c’è anche una novità recente, rappresentata dalla tecnologia biofotonica messa a punto da Kleserca e disponibile al momento in alcuni istituti selezionati. Al centro di questo nuovo trattamento c’è l’energia luminosa fluorescente che, veicolata sulla zona da trattare, stimola il processo di autoriparazione delle pelle e, di conseguenza, riduce i segni e i sintomi della rosacea. Il suo plus? Lo puoi fare in ogni periodo dell’anno: adesso che è inverno, ma anche quando l’esposizione al sole è più elevata, infatti non causa reazioni da fotosensibilità ed è adatto anche per pazienti che presentano un’elevata sensibilità cutanea. In più non lascia tracce: quindi ti puoi truccare appena finito il trattamento.