L’idea di questo post è nata un po’ per caso, tra una chiacchiera e l’altra – ma no, non davanti a un tè o una cioccolata calda, mentre ci facevamo gli auguri di Natale- ma in riunione. Sopravvivere ai bagordi delle feste è una dura missione anche per noi beauty editor, che della bellezza abbiamo fatto un lavoro. Così, confrontandoci, abbiamo pensato che, magari, le nostre personali strategie di sopravvivenza alle grandi abbuffate natalizie potrebbero essere utili anche a voi.
Marilù Briguglio, la salutista (ce n’è sempre qualcuno in ufficio…)
Non sono mai stata una grandissima golosona, ebbene, neanche a Natale. Una salutista per indole, geneticamente modificata e senza olio di palma. Una vera dura, da caffè amaro, che odia i canditi e pure il panettone. Credevo bastasse questo a rendermi immune da screzi con l’ago della bilancia. Non è così. Quando la zip non si chiude, c’è un motivo e non è sempre lo stress. No, è anche colpa del pane, della pasta – sia lodato il glutine! – ma forse anche dei latticini. E poi per me i formaggi sono come il nero: stanno su tutto. Ah, tre noci al giorno sono il limite massimo consentito? Io avevo capito tre per volta… Insomma: nei giorni successivi all’abbuffata, non mi priverò mai dei pasti, che restano uno dei miei pochi punti fermi, semplicemente ingannerò la mente e il palato con astute strategie. Tanto per cominciare non baratterò con niente il mio piatto di pasta: i carboidrati fanno ingrassare, ma le proteine no. Coosa? Sì, se anziché usare la farina di grano duro utilizzo quella di piselli o lenticchie rosse, il pranzo è servito e i miei picchi glicemici gestiti al meglio. Tutti gli altri carboidrati decido di rivederli all’abbuffata del 31. Frutta secca come spuntino spezzafame, (leggende narrano che pasti piccoli e frequenti siano il segreto per mantenere attivo il metabolismo) e tè verde al limone almeno tre volte al giorno: a metà mattinata, dopo pranzo e il pomeriggio, come gli inglesi. Ve lo confido, il tè verde mi piace, depura ed è un sano concentrato di antiossidanti, ma se volete riempirvi velocemente, regalandovi un effimero senso di sazietà, una bevanda calda – tè, infusi, roibos – (ovviamente sugar free) è un rimedio I-N-F-A-L-L-I-B-I-L-E. Stesso discorso dei carboidrati anche per ogni fonte di latte, volgarmente sostituita da dosi generose di verdure – mio inseparabile contorno – a meno che si parli di pizza. In quel caso, conosco un solo modo per tenere a bada i sensi di colpa: una margherita integrale.
Alice Capiaghi, la mamma active
«Mangiare gli avanzi del cenone è una gran classico: non si deve cucinare per qualche giorno e in più si evitano sprechi. Il rischio però è di replicare i bagordi natalizi per altri tre giorni. Ma a tutto c’è soluzione. Per salvare capra (il cibo) e cavoli (la sostenibilità), a Natale la doggy bag la surgelo. Metto le lasagne della mamma nel congelatore: così, quando gennaio arriva e io devo ancora fare la spesa, la cena è salva. Poi applico quella che io chiamo “la regola dei 5 sì“: aperitivi, antipasti, primo, secondo, contorno, dolce e chi più ne ha più ne metta. Però a ben vedere alcuni piatti non mi vanno poi così tanto. Per cui dal menù natalizio scelgo le cinque cose che mi piacciono di più e mangio solo quelle. Quindi: è un sì per i tortellini e un no per il cappone ripieno. Sì per il salmone, no per il paté. Tra l’aperitivo e il panettone è una dura lotta: o uno, o l’altro. Ultimo posto disponibile lo assegno a vino e spumante (che, ahimé, valgono come una portata). Non sai a cosa rinunciare? Fatta la legge trovato l’inganno: ricorda che le mezze porzioni valgono la metà… E poi aria fresca! Ogni volta che mi trovo bloccata in casa con famiglia e parenti, a un certo punto provo un fortissimo desiderio: uscire da casa. Subito. Se il cenone è interminabile e il pranzo si prolunga al di là di ogni ragionevolezza, scappa. Basta una scusa qualsiasi per andare a prendere una boccata d’aria. Ed è anche l’occasione per fare due passi, magari a passo veloce: digerisco, mi rilasso ed evito di rimanere al tavolo a sgranocchiare frutta secca. E quando di sera scatta la domanda «Chi ha fame?» e tutti magari bevono una tazza di té, ferma sui miei principi (“mai saltare i pasti!”) mi riempio il piatto della verdura avanzata dal pranzo. Per il resto, la mia parola d’ordine è movimento. Volete provare anche voi un po’ di Mama Workout? Ecco l’occorrente: bambino 1: 3 anni, 15 kg; bambina 2: 1 anno, 10 kg, per l’occasione trasformati in pesi da palestra. Esempio di allenamento: 20 squat con bambino 1 e 20 squat and press con bambina 2. Ripetere per almeno 3 volte: si usano i muscoli giusti e i bambini – ritrasformati in bambini – si divertono come matti».
Lucia Corna, ovvero la stratega del bilanciamento
«Golosa come sono, per me il periodo di Natale è una continua lotta tra resistenze e tentazioni. Di positivo però c’è che non amo molto bere, per cui la prima regola per me è non eccedere con i brindisi, e se proprio devo scegliere, meglio il pandoro con la Coca Zero che con tre bicchieri di prosecco. Lo so, anche mio marito mi dice che è triste, però lui ha tre chili in più sulla pancia e io no… eh eh… Altra regola: dal primo dicembre faccio tutto quello che posso a piedi. Vi assicuro che funziona. Basta auto e viva i mezzi pubblici, e sgambetto qui al quartier generale di Thepowderoom con le sneaker, così vado di buon passo, facendo a piedi i cinque piani di scale (siamo in mansarda, lo sapete?). In caso di bagordi o merende augurali poi, io compenso cenando con una crema di verdure. Non importa la quantità, arrivo anche a fare il bis e il tris, basta che non contenga latticini (io la rendo più vellutata con la crema di soia o di riso o di cocco, a seconda della verdura) e grassi in eccesso. Lo stesso faccio a pranzo se devo cenare fuori: crema di verdura oppure quinoa con salmone crudo. In vista del 25 poi metto in atto le strategie “rinforzate”: cena leggera il 24 sera, per il pranzo del 25 mangio liberamente e compenso la sera: mi spiace perché Alice dissentirà, ma io faccio parte della brigata del té serale, senza però abbuffarmi di dolci o pandoro. E poi detox fino a capodanno (che vuol dire semplicemente niente dolci e piatti semplici, privilegiando le proteine rispetto ai carboidrati), quando credetemi: mangio anche il cotechino con le lenticchie e il puré, il torrone ricoperto di cioccolato e adesso non più, ma prima ballavo fino all’alba del nuovo anno, perché per me non c’è come bruciare sul dancefloor…».
Francesca Colombo, la runner yogica
Se ai miei amici chiedete quale è la mia caratteristica principale, vi risponderanno in coro: è sempre magra! Ebbene sì, uso ancora i jeans di quando avevo 15 anni e mi vanno a pennello. Ok, non odiatemi, perché c’è un “Ma…”. Da qualche anno – sarà l’età? – ho notato che quando esagero (e sinceramente, in questo periodo chi non lo fa?) un paio di chili in più la bilancia me li sbatte subito in faccia. E allora? Questa è il mio segreto: mai esagerare per più di due giorni di fila e dopo l’abbuffata un giorno di solo minestrone in inverno, o grandi insalate, in estate. In generale poi applico la regola della metà porzione: mangio tutto, ma in dosi ridotte, così in un certo senso anche il sacrificio lo faccio a metà. E poi, mi conoscete, sono una maratoneta, per cui una bella corsetta è sempre per me il modo migliore per tenere alto il metabolismo e smaltire. Tanto più che, quando fa freddo, si bruciano molte più calorie!».