Se seguite Chiara Ferragni su Instagram, e quindi curiosate tra le sue Instastories, ieri potreste aver scrollato la foto che vedete qui sotto, ed esservi fatte anche voi una domanda: ma che cosa diavolo è il “prp”? E che cosa ci fa la Ferragni con la pellicola per alimenti in faccia?
Ebbene, sto per dirvelo io.
Nonostante abbia soltanto 30 anni, e per di più sia incinta, quindi possa sfruttare il conseguente picco estrogenico che garantisce alle donne in gravidanza di avere una pelle (almeno quella) turgida e luminosa come mai nella vita, l’influencer fa comunque ricorso alle cosiddette “punturine”! E scusatemi, ma sono rimasta un po’ sbalordita anche io…
La sigla “prp” sta infatti per Plasma Ricco di Piastrine, e indica un trattamento di stimolazione cellulare mirato al ringiovanimento e alla rigenerazione profonda. Si tratta, in pratica, del famoso “Vampire Lifting”, così soprannominato in America perché il liquido iniettato sotto cute altro non è che il sangue stesso della paziente, prelevato al momento dal medico e centrifugato con un apposito apparecchio, che ne separa i globuli dalla parte appunto più ricca di piastrine.
«Ciò che si ottiene è una sorta di gel piastrinico, che viene iniettato a una profondità di pochi millimetri», spiega Fabio Rinaldi, dermatologo a Milano e presidente dell’International Hair Research Foundation. Il meccanismo, però, non è quello di un filler, ma di una vera terapia rigenerativa: i fattori di crescita contenuti nel plasma stimolano le cellule a rigenerarsi e a riformarsi, rendendo quindi la pelle più soda e più compatta. Gli effetti, infatti, non si vedono subito, ma bisogna aspettare almeno 30/40 giorni. E e non si riescono a cancellare rughe profonde, bensì a dare una maggiore tonicità e turgidità ai contorni del viso.
Le buone notizie
Utilizzando tutte sostanze naturali, e per di più di provenienza autologa (è il nostro stesso sangue!), questa terapia è la più sicura e priva di rischi di allergie o di altre reazioni di rigetto. Se proprio doveva, quindi, la Ferragni non poteva ricorrere a trattamento più sicuro, visto che è in dolce attesa.
Quello che però forse Chiara non sa, è che ormai non sono più necessarie le iniezioni, ma il plasma può essere fatto penetrare grazie alla ionoforesi. Se lo avesse saputo, si sarebbe probabilmente evitata il ricorso a una crema anestetica, che comunque contiene sostanze poco piacevoli per una futura mamma: infatti la pellicola sul viso che vedete nella foto serve proprio per far penetrare la pomata, che di solito si lascia in posa da 30 a 45 minuti prima delle iniezioni. E visto che ce ne vogliono circa una quarantina in tutto (eh eh, non è proprio una passeggiata…) forse la prossima volta invece che a Los Angeles farebbe meglio a venire a farle in Italia.