Non credo di essere l’unica a pensare alla manutenzione del fisico un po’ come se fosse quella della macchina. E quindi di fissare, ogni tot di tempo, un “tagliando”. Un po’ come se gli anni che abbiamo fossero il nostro chilometraggio su strada, e a una cifra stabilita – proprio come si fa con le automobili – fare un check a olio, filtro aria e gomme sia utile a farci durare più a lungo. Ecco perché quest’autunno ho deciso che, con i miei 50 anni appena compiuti, fosse arrivato il momento di fare un bel “tagliando” da alcuni che ritengo siano gli specialisti migliori in fatto di mantenimento della nostra carrozzeria. Visto che qui parliamo soprattutto di pelle, mi è sembrato giusto partire fissando una visita da uno dei migliori dermatologi che, in tanti anni da questo mestiere, mi sia mai capitato di incontrare: il dottor Antonino Di Pietro. L’ho intervistato molte volte, e su problematiche molto diverse, ma credo che in fatto di antiaging lui abbia una sua filosofia molto personale, e volevo approfondirla stavolta direttamente sulla mia pelle, facendomi suggerire davvero una cura, e uno stile di vita, che mi “conservi” al meglio possibile 😉
Arriva il giorno della visita
Mi presento completamente struccata, il che per noi beauty addict è un po’ come uscire in pigiama o in mutande, ma è ovvio che, al dermatologo, non si può nascondere nulla. Il medico mi fa sdraiare sul lettino e mi osserva da dietro una lente gigante per una decina di minuti. Guarda, pizzicotta un po’ la pelle vicino al mento e al contorno occhi, poi finalmente parla: «Lei ha innanzitutto un problema di disidratazione profonda. La sua pelle è poco elastica, invece dovrebbe esserlo di più». Poi la buona notizia… «Ha anche qualche piccolo capillare nella zona del naso, ma direi che non è grave, non è ancora in una condizione da dover fare ricorso al laser». In effetti, ha ragione: la colpa di quelle venuzze sui lati del naso è stata la mia adolescenza, in cui ho esagerato con strizzamenti di punti neri e peeling in questa zona.
A questo punto… la cura
Ma la cosa che ho apprezzato di più è stata la sua sincerità. «Ovvio che potremmo rimediare subito alla disidratazione con qualche iniezione di acido jaluronico, ma in queste condizioni la sua pelle se lo berrebbe in un giorno e non servirebbe a nulla» mi spiega Di Pietro. «Molto meglio se cominciamo a fare una cura, per un mese, sia dall’esterno sia dall’interno». Quando i medici hanno coscienza… Di Pietro è un dermatologo plastico, quindi anche lui usa filler e punturine, ma il suo approccio principale rimane, prima di tutto, di prendersi cura della pelle. «A me non interessa affatto riempire, ma curare: senza una buona base di partenza a livello di tessuti è completamente inutile intervenire con trattamenti più invasivi». La prima cosa che mi dice di cambiare è la mia beauty routine. Vi rendete conto? Con tutto quello che uso e che provo per lavoro, mi ritrovo a dover buttare ogni cosa ho attualmente sullo scaffale del bagno. Ma la prova la devo fare fino in fondo, no?
Di Pietro mi prescrive quindi una routine tutta a base di prodotti della Skinius, che lui stesso ha collaborato a mettere a punto e che contengono ciò che ritiene sia l’arma numero uno contro l’invecchiamento: i fosfolipidi, ossia acidi grassi che contengono fosfati e hanno una struttura molecolare unica, in grado di riuscire a idratare la pelle molto in profondità. Per la detersione (mattina e sera): latte detergente Milis (31 euro), che contiene anche vitamina C e SOD, o Superossidodismutasi, utile e rigenerare la pelle. Di giorno, crema H2O Idratante (63 euro). Per la sera, sempre dopo la detersione con Milis, devo applicare il Siero Fospid (56 euro) seguito dalla crema Liftnes (84 euro), che nasce per il rassodamento del seno ma che Di Pietro ha sperimentato funzionare molto bene anche per il viso. Si acquistano tutti in farmacia o parafarmacia. Da notare che – mi ha raccomandato – tutti questi prodotti possono venire applicati anche sul contorno occhi, visto che sono ipoallergenici e che, comunque – dice lui – non ho ancora bisogno di un prodotto specifico per questa zona (io che uso il contorno occhi da quando avevo 25 anni…). «Per idratare e nutrire la zona perioculare, per ora, le bastano queste creme» mi rassicura lui. E poi arriva l’arma segreta interna: l’integratore. Di Pietro mi prescrive una pastiglia al giorno di Fospid.IN (48 euro), che contiene biotina, fosfolipidi e glucosamina, che è un precursore dell’acido ialuronico ed è la sostanza maggiormente responsabile del mantenimento del trofismo cutaneo.
La prova a casa
Ho iniziato da subito a usare i nuovi prodotti e a prendere, ogni mattina, l’integratore. Devo dire che le creme mi piacciono, perché hanno una texture ricca, ma che penetra subito. Però quello che sento davvero sta facendo la differenza è il siero Fospid: non ha un buon odore, devo ammetterlo, però fin dalla prima applicazione si sente che è un prodotto davvero molto rassodante (ne ho parlato anche nel post sul laser a diodi che trovate qui). Invece, per struccare completamente gli occhi, specie se ho un mascara molto black, il latte Milis a me non basta e devo ricorrere al mio solito struccante bifasico, ma me l’aspettavo…
Al controllo, dopo 40 giorni
Eccomi alla seconda visita, con la pelle decisamente migliorata. La sento più elastica e già più tonica, anche se mi rendo conto che ci sia ancora da fare. «Direi che la disidratazione profonda si è risolta del 70 per cento almeno» mi conferma Di Pietro. A questo punto, se voglio, posso procedere con il suo famoso “picotage”. Si tratta di una tecnica molto particolare, che consiste nel fare tantissime microiniezioni di acido jaluronico rivitalizzante su tutto il viso. L’ago è sottilissimo, ma soprattutto non penetra oltre 0,2 millimetri di profondità: questo non solo lo rende completamente indolore, ma soprattutto lo fa agire proprio su quello strato della pelle che ha bisogno di essere rivitalizzato. A questo scopo, il dermatologo di solito usa un acido jaluronico particolarmente fluido, come lo Juvederm 2 della Allergan. Il picotage è uno dei trattamenti più iconici di Di Pietro, a cui si sottopongono anche tante modelle e attrici famose (per esempio, Isabella Ferrari ha ammesso che è l’unico trattamento che fa regolarmente, ma io so che i vip che vanno da Di Pietro sono parecchi, e non sono solo donne ;-). Non si tratta di una tecnica di filling, quindi non riempie e soprattutto scongiura quell’orribile effetto guanciotte da criceto con cui si aggirano moltissime signore, e che io proprio non sopporto (e credo nemmeno voi…).
A questo punto, prima di sottopormi alla seduta, decido di pensarci sopra un pochino, e intanto di proseguire con il mio giro di check dai migliori specialisti dell’estetica e della lotta all’invecchiamento. Il prossimo step sarà quello di andare a sentire il chirurgo estetico, e posso già dirvi che anche stavolta ho fissato l’appuntamento con uno dei migliori, anzi delle migliori. Ma vi dirò tutto… nella prossima puntata di #Bloody50. Stay tuned!
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(Tutte le illustrazioni sono di Natalia Resmini).