Al giorno d’oggi già capirci qualcosa, all’interno del mondo dei laser per la pelle, non è cosa facile. Grazie ai progressi della ricerca in pratica ne escono sul mercato in continuazione, modelli sempre più avanzati e che integrano proprietà differenti, in modo da risolvere più problemi allo stesso tempo. Una delle tendenze più recenti è quella dei laser a diodi, che hanno il vantaggio di essere meno ablativi, ossia di creare un “danno” alla pelle limitato e meno profondo.
Dovete infatti sapere che il principio su cui lavorano un po’ tutti i laser è quello di creare proprio una lesione, per meglio dire, un’ustione a livello dei primi strati della pelle in modo che, obbligando l’epidermide e i primi strati sottostanti a ripararsi, si stimoli la produzione di collagene e di nuove cellule e ci si ritrovi poi con una pelle nuova, più turgida, più distesa e più chiara. Si tratta in pratica di un’azione di rinnovamento simile a quella dell’esfoliazione con gli acidi, solo che in questo caso è il calore prodotto dal laser ad agire invece delle sostanze come gli alfaidrossiacidi o il glicolico.
Capirete quindi perché, quando mi hanno proposto di testare il nuovo Clear Brilliant, lo ammetto: avevo un po’ paura. Supportata dal fatto che circa otto anni fa avevo fatto una seduta con il Fraxel, uno dei primi laser frazionati arrivati in Italia, e mi ero gonfiata con un pallone, tanto da farmi giurare che «No grazie, i laser non fanno per me».
Ma il Clear Brilliant, fratello minore del Fraxel e prodotto dalla stessa azienda, è un laser a diodo frazionale di nuova generazione ed arriva a una profondità inferiore rispetto ai precedenti modelli: il suo tipo di “danno” non va oltre gli 0,4 mm di profondità. Viene definito un laser “non ablativo”, ossia che non crea un’ablazione, ossia la rimozione vera e propria delle cellule superficiali, ma una coagulazione di piccole colonnine di danno termico che poi si esfoliano naturalmente. La sua azione è di resurfacing leggero, quindi oltre ad essere efficace su macchie e discromie della pelle, è incredibile per minimizzare i pori ed innesca un rinnovamento tale nelle cellule che i benefici si vedono anche a livello di rughettine e tonicità. Morale: rassicurata da alcune amiche che l’hanno già provato, e tentata dalla possibilità di liberarmi di quelle odiose macchioline sugli zigomi e sul mento, mi convinco a sottopormi a una seduta.
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La preparazione
Dopo avermi fatto lavare il viso, la dottoressa Ginevra Migliori (attenzione che sia un medico a farvelo, non un’estetista) mi spalma una crema anestetica, che lascia in posa per almeno mezz’ora, ma vi dico già che se la tenete anche 45 minuti male non vi fa, anzi. Massaggiandolo anche un pochino, ne facilitate la penetrazione e l’efficacia. Non abbiate fretta e piuttosto presentatevi all’appuntamento in anticipo in modo da avere tutto il tempo per lasciarla agire. Il medico mi fa quindi lavare di nuovo il viso con un prodotto delicato ma schiumogeno, in modo da rimuovere bene la crema, che è un po’ grassa. A me non è stato necessario, ma in alcuni casi mi dice che passa anche il viso con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol.
La seduta vera e propria
A questo punto mi sdraio. Non servono occhiali protettivi, perché la macchina ha un sensore che riconosce l’aderenza del manipolo alla pelle e nel momento in cui non è così attaccato si spegne automaticamente. Tutto quello che si sente è un ronzio di fondo e una luminescenza diffusa sul blu. In pratica, il medico vi passa sul viso una specie di pistola facendo dei piccoli movimenti come se vi disegnasse delle piccole righe sulla faccia, prima in senso orizzontale e poi in senso verticale. «Serve fare questi movimenti per assicurarsi di non lasciare spazi vuoti e di avere un’azione uniforme» mi spiega la dottoressa. So già che volete sapere del dolore: vi dico subito che, da uno a dieci, il fastidio arriva a quattro, sulla fronte forse cinque. E vi assicuro che la mia soglia del dolore è piuttosto bassa. Per circa 30 minuti, quindi, la dottoressa mi passa il manipolo sul viso e parte iniziale del collo (ho insistito io che lo facesse anche qui), dove non avevo messo l’anestetico ma ammetto che non è stato molto più fastidioso.
Subito dopo…
Al termine dell’applicazione ho il viso rosso, come se avessi preso il sole per un giorno intero senza crema, ma non si vede nemmeno tanto. Ho la carnagione medio-olivastra, quindi il mio colorito naturale tende a dissumulare da solo i rossori. Mi viene applicata la crema lenitiva Frax Cream, a base di ossido di zinco (lo stesso contenuto nelle creme per il sederino dei neonati), e visto che devo uscire (anzi, ho una presentazione di lavoro) applico anche un velo di primer calmante di Colorescience, che combatte i rossori ma essendo leggermente colorato, uniforma subito la pelle. Avverto ancora l’effetto della crema anestetico, che devo dire vi dà una sensazione di faccia insensibile un po’ come quando si va in motorino a zero gradi e il freddo vi gela la faccia.
Nel giro di due ore la sensibilità della pelle è tornata normale. Devo dire che, all’inizio, mi sono allarmata perché mi sembrava che i segni di espressione fossero diventati più evidenti, e ho chiamato la dottoressa. «Non si preoccupi, è normale, ma domani mattina tutto sarà tornato normale». Mi lavo con un olio detergente, invece che con la solita acqua micellare, e poi riapplico la Frax Cream.
Al risveglio
Come mi avevano avvertito, mi sveglio con una sensazione di pelle ruvida su tutto il viso. Il rossore è sparito e, per fortuna, non c’è nessuna traccia di gonfiore. Anche le rughette e i segni sono tornati quelli di sempre. Mi lavo sempre con l’olio, riapplico la crema Fraxel a cui stavolta aggiungo il mio Fospid Siero, a base di fosfolipidi. Lo uso già tutti i giorni, ma in questi casi è molto indicato perché riattiva tantissimo la riparazione cellulare.
I primi giorni successivi
Due giorni dopo, quando la pelle è ancora ruvida ma la sento già più vicina alla normalità, alla detersione con l’olio alterno un peeling delicato che mi aiuta a liberarmi più velocemente dalle cellule morte. Devo dire che non ci si spela assolutamente, solo in alcune zone (vicino alla mandibola, nel mio caso) noto una leggerissima esfoliazione, ma vi assicuro che mio marito non si è accorto proprio di nulla, e nemmeno le colleghe. Ci si può tranquillamente truccare, anche se consiglio (come ho fatto io) di preferire una crema colorata o un fondotinta idratante e senza finish mat. Meglio anche limitare l’uso di ciprie e polveri, ma solo per evitare di apparire troppo opache. Verso il terzo giorno noto che le macchioline sono diventate più scure, ma questo perché, guardandole da vicino, noto che hanno come delle micro-crosticine scure sopra. Del resto, lo schiarimento avviene proprio così: quando le crosticine se ne andranno, se ne saranno andati anche buona parte delle cellule di melanina che le compongono, e quindi saranno più chiare. Ho usato per ancora un paio di giorni, sia di mattina sia di sera, la Frax Cream, poi sono tornata alla mia solita abbinata siero + crema da giorno, a cui però ho sempre aggiunto lo schermo SPF 50 di Aveda. Sono state giornate incredibilmente assolate a Milano e sono stata perfino un weekend al mare, ma coperta di filtro totale e cappello non mi è successo assolutamente nulla, anzi: non ho mai avuto la pelle così morbida e credo che l’abbondante applicazione di protezione solare, che contiene ossido di zinco, sia stata di ulteriore aiuto.
Una settimana dopo
La pelle è ormai tornata perfettamente normale, anzi è decisamente più uniforme e luminosa. Le mie macchioline sugli zigomi ci sono ancora, tuttavia sono più chiare, così come meno evidenti sono diventati pure dei piccoli capillari che ho sui lati del naso (cosa che non avevo assolutamente previsto, evviva!) mentre una chiazzettina rossa che avevo sotto l’occhio sinistra è proprio sparita. Per avere un effetto più duraturo, ma soprattutto più evidente, il medico mi ha detto che servirebbero dalle 3 alle 5 sedute, eseguite a distanza di circa 2/4 settimane a seconda del tipo di pelle. Considerato che stavolta non ho davvero avuto effetti collaterali fastidiosi, che il dolore è stato più che sopportabile e che il risultato mi piace, credo proprio che andrò avanti (e naturalmente vi aggiornerò sui progressi).
Se volete trovare lo studio medico più vicino dove fare una seduta, andate sul sito enermedica.it, il costo è di circa 250 euro a seduta.