«Per legge i laser non potrebbero essere utilizzati dagli estetisti, ma soltanto dai medici, anche se la realtà è ben altra» avverte la dottoressa Elisabetta Sorbellini, dermatologa ed esperta di trattamenti laser presso lo Studio Rinaldi di Milano. «Solo che ormai è diffuso il compromesso per cui i laser sono ammessi anche nei centri estetici, purché depotenziati, compresa quelli a luce pulsata, che è molto inflazionata».
Di qui il monito a effettuare i trattamenti laser preferibilmente sotto controllo medico. «Sia chiaro che non voglio fare una campagna contro le estetiste» puntualizza la dottoressa. «Non è colpa loro, semmai delle aziende per cui lavorano, perché poi magari non sono in grado di prevedere o vedere un effetto collaterale e poi curarlo».
Ma cos’è che, in pratica, può succedere? «Possono formarsi croste e altre reazioni eccessive che poi però bisogna saper gestire dal punto di vista dermatologico. Per evitarle, bisogna conoscere bene i parametri adatta a ogni tipo di pelle e di carnagione: una persona di colore, per esempio, necessita di parametri diversi da chi invece ha la pelle più chiara».
Per andare sul sicuro, dunque, il suggerimento è quello di rivolgersi a medici competenti in grado di consigliare il tipo di laser di volta in volta più adeguato. «Il più efficace è il laser a diodi che, però, se il manipolo viene usato a contatto con la pelle senza essere raffreddato, può provocare reazioni cutanee simili a crosticine. Il rischio, sia pur minimo, è che queste possano lasciare degli esiti pigmentari, cioè macchie più scure che poi possono essere trattate per essere schiarite».
Si tratta tuttavia di un’eventualità alquanto remota. «Adesso esistono dei tipi di laser che non vengono nemmeno più appoggiati sulla pelle. Non essendoci più contatto diretto, si riducono al minimo i rischi, anzi quasi proprio non ce ne sono».
Promossa dalla specialista anche la luce pulsata. «E’ uno strumento molto comodo e versatile che permette anche di depilare però non è un laser vero e proprio, ma un apparecchio che eroga energia da una certa lunghezza d’onda in poi. L’operatore può selezionare la lunghezza d’onda utile per andare a colpire i bulbi piliferi in base al colore della pelle e del tipo di peli stessi»
Attenzione, comunque, a chi offre trattamenti a prezzi troppo bassi: il pericolo è che per contenere i costi le apparecchiature vengano depotenziate, quindi anche gli effetti saranno meno sicuri e definitivi.